| In questo articolo introduttivo vengono classificati e descritti gli
      obiettivi fotografici tradizionali e ne viene suggerito l'utilizzo nella
      fotografia astronomica.
       L'astrofotografia può essere praticata con ottimi risultati utilizzando i normali obiettivi fotografici, a cominciare dal diffusissimo e spesso disprezzato "50 mm". Questo obiettivo viene sovente chiamato "normale" perché fornito a corredo con la maggioranza delle fotocamere reflex al momento dell'acquisto.
       La fotografia astronomica praticata con gli obiettivi fotografici si limita alla ripresa di costellazioni, di oggetti del profondo cielo e di comete, escludendo del tutto la ripresa dei dettagli dei pianeti, che richiedono lunghissime focali. Non è da escludere naturalmente la ripresa dei pianeti con obiettivi di corta focale per scopi estetici o di documentazione di particolari eventi astronomici come le congiunzioni planetarie, ecc. Resta la possibilità di fotografare con teleobiettivi di media e lunga focale la luna (ed anche il sole, impiegando filtri speciali), oltre che i pianetini, le meteore e soprattutto le stelle variabili.
      
       Ma il principale merito dell'astrofotografia con obiettivi fotografici è la sua funzione propedeutica, perché consente all'appassionato di fare pratica con le tecniche astrofotografiche senza tema di incorrere in errori che possano pregiudicare la riuscita delle prime foto. Molto spesso i risultati sono buoni fino dai primi tentativi, e l'appassionato comincia a sentire la necessaria soddisfazione che lo spinge a proseguire nell'esperienza.
      
        FOCALE E CAMPO INQUADRATOIl campo inquadrato da un obiettivo dipende dalle dimensioni del piano focale che l'obiettivo deve illuminare e dalla lunghezza focale. All'interno dello stesso formato, il campo dipende solo dalla focale dell'obiettivo. La tabella seguente mostra la relazione tra focale (espressa in millimetri)
        e campo (espresso in gradi) per il formato 35mm. 
 
        
          
            | Focale (mm) | Campo (gradi) | Categoria |  
            | 7.5 | 180 | supergrandangolare (fish-eye) |  
            | 14 | 114 | supergrandangolare |  
            | 17 | 104 | supergrandangolare |  
            | 20 | 94 | supergrandangolare |  
            | 24 | 84 | grandangolare spinto |  
            | 28 | 75 | grandangolare |  
            | 35 | 63 | grandangolare |  
            | 50 | 46 | normale |  
            | 85 | 28 | piccolo teleobiettivo |  
            | 100 | 24 | piccolo teleobiettivo |  
            | 135 | 18 | teleobiettivo corto |  
            | 200 | 12 | teleobiettivo medio |  
            | 300 | 8 | teleobiettivo lungo |  
            | 400 | 6 | super teleobiettivo |  
            | 500 | 5 | super teleobiettivo |  
            | 800 | 3 | super teleobiettivo |  Per gli usi astronomici, la scelta dell'obiettivo dipende dalle dimensioni angolari dell'oggetto che si intende riprendere. Per fare qualche esempio, se si intende riprendere un'intera costellazione di medie dimensioni, che ha una estensione di alcune decine di gradi, sarà opportuno scegliere obiettivi di focale compresa tra 35 ed 85mm. Se si vuole fotografare tutta la Via Lattea, sarà necessario utilizzare un obiettivo super-grandangolare oppure un fish-eye, cioè obiettivi di focale inferiore ai 24mm. All'estremo opposto, se si intende catturare la luce di una debole nebulosa come la testa di cavallo in Orione, registrandone i dettagli, sarà opportuno scegliere un obiettivo di focale maggiore di 300mm.
      
        FOCALI FISSE E ZOOMLe case produttrici di macchine fotografiche e obiettivi hanno invaso il
        mercato di obiettivi a focale variabile, universalmente noti come "zoom",
        molto richiesti dalla clientela per la loro indubbia praticità. Pur avendo
        raggiunto una notevole qualità ottica, paragonabile in molti casi a quella
        degli obiettivi a focale fissa, gli zoom sono generalmente sconsigliabili
        per l'uso astronomico. I motivi principali sono i seguenti:
         
     il meccanismo della variazione della focale tende a "slittare" nel corso
      delle lunghe pose (ad eccezione di alcuni zoom che hanno un meccanismo
      di blocco). il costo di uno zoom di buona qualità è molto più alto di un obiettivo
      a focale fissa. la luminosità degli zoom è piuttosto bassa, ed obbliga ad allungare i
      tempi di posa. solitamente gli zoom soffrono di distorsione. Di recente sono però apparsi sul mercato alcuni obiettivi zoom
        di ottima fattura e grande luminosità, con sistemi ottici corretti in
        modo eccellente dalle aberrazioni. Il costo di questi obiettivi resta però 
        molto elevato. FOCALE E LUMINOSITA'Un obiettivo fotografico convenzionale viene identificato dalla sua lunghezza
  focale e dalla sua luminosità massima. Siccome gli astrofili si riferiscono
  ad un telescopio indicandone i valori dell'apertura dell'obiettivo e della
  lunghezza focale, talvolta nell'ambiente astronomico si rischia di fare
  confusione tra gli uni e gli altri. Quante volte vi è capitato di sentire
  che una certa foto astronomica è stata fatta con un "200" e vi siete chiesti
  se si trattava di un teleobiettivo da 200mm di focale o di un telescopio
  da 200mm di apertura?  Se si dice che un obiettivo è un 200mm f/4, si intende che la sua lunghezza
  focale è di 200mm, e la sua luminosità massima (a diaframma completamente
  aperto) è di f/4. Se lo si considera come un telescopio, questo obiettivo
  ha una apertura massima di 200/4 = 50 mm.
 L'apertura massima di un obiettivo fotografico convenzionale varia a
  seconda del tipo di progetto e naturalmente della focale presa in considerazione.
  L'apertura tipica di un obiettivo super-grandangolare e grandangolare è
  di f/2.8-4. Gli obiettivi "normali" sono quelli in proporzione più luminosi,
  ed oscillano tra f/1.2 e f/2. I teleobiettivi "corti", di focale compresa
  tra 80 e 135mm offrono aperture comprese tra f/1.8 e f/3.5, mentre i tele
  più lunghi hanno luminosità compresa tra f/2.8 ed f/5, giungendo alla
  luminosità f/8 nella categoria dei super-tele, di focale maggiore di 400mm.
 Si è parlato di apertura "massima" riferendosi al fatto che la maggior
  parte degli obiettivi a lenti sono dotati di un diaframma regolabile che
  consente il controllo del diametro dell'obiettivo. Gli obiettivi catadiottrici,
  composti da lenti e specchi, hanno uno schema ottico praticamente identico
  a quello dei telescopi riflettori tipo Maksutov Cassegrain, e non possono
  essere diaframmati.
 Il valore dell'apertura di un obiettivo fotografico è estremamente
  importante perché è uno dei fattori che consente di calcolare i tempi
  di esposizione delle fotografie.
  SCHEMI OTTICI E ABERRAZIONILa lunghezza fisica di un obiettivo non ha una stretta correlazione con
  la lunghezza focale, perché viene ampiamente utilizzato un schema ottico
  noto come "retrofocus" che consente di portare il fuoco dei grandangolari
  molto all'indietro anche se la focale è cortissima (come farebbe altrimenti
  un obiettivo da 20mm di focale ad andare a fuoco 45mm più indietro, dove
  si trova la pellicola?). Allo stesso modo i moderni teleobiettivi a lenti
  sono spesso molto più corti di quanto si potrebbe supporre, perché incorporano
  un gruppo ottico negativo (una specie di lente di Barlow) che allunga la
  focale del sistema di lenti anteriore, che ha una focale più corta per
  poter contenere le dimensioni dell'obiettivo.  Le aberrazioni ottiche degli obiettivi sono dei difetti ottici
  che limitano il potere risolvente, il contrasto ed altre caratteristiche
  che concorrono a definire la "nitidezza" o la "fedeltà di riproduzione"
  di una foto.
 Per correggere le numerose aberrazioni ottiche degli obiettivi, i progettisti
  impiegano molte lenti concave o convesse, separate o incollate tra loro.
  In alcuni teleobiettivi vengono impiegati sia lenti che specchi. All'aumentare
  della luminosità e al diminuire della lunghezza focale dell'obiettivo
  deve aumentare il numero delle lenti per correggere le aberrazioni che
  entrano in gioco, e che diventano spiacevolmente evidenti ai bordi del
  campo. A causa di esigenze di progettazione e di produzione, le lenti che
  compongono gli obiettivi fotografici hanno quasi sempre le superfici sferiche.
  I progettisti, avvalendosi di potenti super-computer e potendo contare
  sulla disponibilità di centinaia di tipi differenti di vetro, raggiungono
  ugualmente elevati livelli di correzione delle aberrazioni ottiche. Alcune
  aberrazioni, come il coma e l'astigmatismo, dipendono dall'apertura, cioè
  dal diaframma utilizzato.
  TRATTAMENTIUn normale obiettivo fotografico moderno è composto da un numero di lenti
  che può variare da 4 a più di 10. Siccome ogni superficie aria-vetro
  perderebbe per riflessione almeno il 12% della luce, è facile calcolare
  quale sarebbe la perdita netta di luminosità e di contrasto di un obiettivo
  dotato di lenti non trattate antiriflesso. Oggigiorno anche gli obiettivi
  più economici sono dotati di lenti trattate su tutte le superfici con
  molti strati di sostanze chimiche con proprietà anti-riflettenti, caratterizzati
  da un indice di rifrazione intermedio tra quello del vetro e quello dell'aria.
  Un obiettivo così trattato perde per riflessione solo una minima percentuale
  della luce incidente. Gli obiettivi moderni sono ormai trattati antiriflesso
  in modo molto efficace, e le perdite di luce sono ridotte al minimo.  FILTRI COLORATI E MINUS VIOLETTutti gli obiettivi fotografici sono dotati una filettatura (oppure di
  un cassettino presente prima dell'innesto) prevista per l'applicazione
  di filtri. Nell'utilizzo astronomico (in particolare usando pellicole pancromatiche
  in bianco e nero) questa possibilità può essere sfruttata con eccellenti
  risultati, ottenendo due grandi vantaggi:
   
     selezionare la banda di trasmissione dell'oggetto che si vuole riprendere
      (filtro rosso per le nebulose ad emissione, blu per le stelle, ecc.) ridurre al minimo i residui di aberrazioni cromatiche dell'obiettivo, che
      tendono a dilatare le dimensioni delle immagini stellari. 
  Di recente sono comparsi sul mercato alcuni filtri chiamati "Minus Violet"
  che eliminano la banda violetta dello spettro, consentendo di ottenere
  immagini stellari molto nitide e "secche" (eliminando in pratica lo spettro
  secondario degli obiettivi acromatici) senza alterare in modo significativo
  il colore delle immagini. Essi possono quindi essere usati anche con pellicole
  a colori.  OBIETTIVI APOCROMATICIDa qualche anno sono comparsi sul mercato alcuni obiettivi di lunga focale
  caratterizzati da una luminosità straordinaria, enormi dimensioni e ...
  prezzi astronomici. Questi obiettivi, progettati principalmente per riprese
  sportive in condizioni di scarsa luminosità, offrono immagini di nitidezza
  eccezionale a tutte le aperture. Infatti la resa degli obiettivi a lenti
  non è la medesima a tutte le aperture; ed in genere la migliore nitidezza
  e correzione delle principali aberrazioni si ottiene ai diaframmi intermedi,
  cioè f/8-11. I primi supertele apo ad essere prodotti furono i 300 mm f/2.8, ma ora
  si possono trovare senza problemi anche i 200 f/2, i 400 f/2.8, i 500 f/4,
  i 600 f/4. Questi super-tele includono lenti speciali a bassa dispersione
  cromatica ed alto indice di rifrazione, costruite in vetro ED (extra low
  dispersion = bassissima dispersione cromatica) o in cristallo di Fluorite
  (fluoruro di calcio). Utilizzando queste lenti l'obiettivo può essere
  progettato per avere una correzione molto spinta delle aberrazioni ottiche,
  ed in particolare esso è molto ben corretto dall'aberrazione cromatica.
  Questi obiettivi non sono più soltanto "acromatici", come la maggior parte
  degli altri, ma "apocromatici", corretti cioè per l'intero spettro cromatico.
  L'uso di questi costosi obiettivi per le riprese astronomiche consente
  di ottenere immagini che rivaleggiano con le camere Schmidt, ma con il
  vantaggio di una maggiore praticità e versatilità. Ho visto in più occasioni
  le immagini di alcune zone della Via Lattea riprese con un obiettivo Tamron
  ED 300/2.8 (faccio notare che l'apertura di questo "mostro" è di 300/2.8=
  107 mm): le immagini delle stelle, anche le più luminose, erano piccolissime,
  e perfette anche ai bordi. Le nebulose erano ricche di dettagli, nitidissime.
  Purtroppo questi obiettivi costano come minimo 5-6 milioni.
  ATTREZZATURA MINIMA:28mm f/2.8, 50mm f/1.8, 200mm f/3.5. Con questa terna di obiettivi si possono
  fotografare oggetti molto estesi come le costellazioni o grandi estensioni
  di Via Lattea (28mm, 50mm). Usando il 200mm si catturano oggetti più piccoli
  con buoni risultati (M31, M33, la rosetta, M42, comete di media estensione,
  ecc.)  ATTREZZATURA IDEALESupergrandangolare 16-20mm, normale 50mm f/1.4, tele 180 o 200mm f/2.8,
  supertele apo 300 o 400mm f/2.8-4. Con il supergrandangolo si possono fare
  spettacolari riprese quasi "a tutto cielo", ottime per la cattura di scie
  meteoriche, grandi comete, luce zodiacale, Via Lattea, ecc.). Con il 50
  super luminoso non è difficile riprendere i dettagli nebulari più deboli
  delle grandi nebulose (l'anello di Barnard in Orione, per esempio), contenendo
  i tempi di esposizione a pochi minuti anche se si usano filtri molto scuri.
  Con il 180 o 200 mm f/2.8 si catturano le nebulose più sfuggenti di medie
  dimensioni in pochi minuti. Con il super-tele apocromatico si riprendono
  oggetti di piccola dimensione (per esempio il velo del Cigno o l'ammasso
  di galassie della Vergine) con una nitidezza non lontana da quella di una
  camera Schmidt.   PROVE ASTRONOMICHE DI ALCUNI OBIETTIVI FOTOGRAFICIIn questa breve rassegna viene descritta la resa complessiva di alcuni
  obiettivi che ho avuto la possibilit di provare personalmente,  oppure
  di cui ho visto i risultati. Naturalmente molti altri obiettivi, originali
  o universali, offrono prestazioni di tutto rispetto nella fotografia astronomica.
  Sarebbe interessante raccogliere eventuali "prove" di vari obiettivi, da
  pubblicare periodicamente su una rivista o su Internet.   Minolta MD 16mm f/2.8 fisheyeQuesto spettacolare obiettivo fisheye (180ø di campo sulla diagonale)
  offre una correzione notevole delle aberrazioni anche a tutta apertura.
  Le stelle appaiono perfettamente rotonde e puntiformi fino ai bordi estremi
  del fotogramma.  Nikon Nikkor 20mm f/2.8Molto usato nel settore fotogiornalistico professionale, questo supergrandangolare
  da 20mm ha un ottimo comportamento alle maggiori aperture, senza produrre
  distorsioni apprezzabili. Le stelle restano puntiformi fino al bordo del
  campo.  Minolta MD 24mm f/2.8Questo supergrandangolare offre buone immagini anche a tutta apertura,
  ma con residui di coma a f/2.8. Permangono leggerissime sfrangiature di
  colore ai bordi del campo, ma le stelle restano puntiformi in modo soddisfacente.  Olympus Zuiko 24mm f/2.8Questo obiettivo offre immagini stellari molto nitide in tutto il campo,
  ma soffre di un po' di coma a tutta apertura. È pertanto consigliabile
  diaframmarlo almeno a f/4.  Canon FD 50mm f/1.4Questo "normale luminoso" mostra un coma moderato ed una caduta di luce
  ai bordi di medio valore. Si consiglia di diaframmarlo a f/2.   Contax Zeiss Planar 50mm f/1.4Questo obiettivo dal nome altisonante ha un buon comportamento complessivo,
  e mostra un coma modesto ed una vignettatura migliore della media.  Minolta 50mm f/1.7Questo obiettivo viene fornito a corredo con le macchine fotografiche Minolta
  non-autofocus. La sua resa nella fotografia astronomica è piuttosto buona
  anche a tutta apertura. L'unico difetto facilmente riscontrabile è una
  forte caduta di luce ai bordi.  Minolta 58mm f/1.4Questo vecchio obiettivo (uscito di produzione) soffre, a tutta apertura,
  di un evidente coma e di cromatismo residuo. Diaframmandolo a f/2 la resa
  migliora in modo considerevole.  Nikon Nikkor 50mm f/1.4Questo costoso obiettivo ha un buon comportamento complessivo, e mostra
  un coma modesto ed una vignettatura un po' peggiore della media.  Olympus Zuiko 50mm f/1.4Come il Minolta, anche questo obiettivo soffre, a tutta apertura, di un
  coma e di una aberrazione cromatica piuttosto evidenti. Fotografando il
  cielo con apertura f/1.4, le stelle assumono la forma di "boomerang" mano
  a mano che ci si allontana dal centro del campo. Chiudendo il diaframma
  a f/2 o 2.8 l'effetto diminuisce gradualmente fino a scomparire.   Pentax "A" 50mm f/1.4Il comportamento di questo obiettivo è medio, sia dal punto di vista del
  coma che da quello della vignettatura e dell'aberrazione cromatica. Le
  immagini stellari sono buone usando il diaframma f/2.  Minolta 100mm f/2.5Questo piccolo teleobiettivo offre immagini di notevole qualità anche
  a piena apertura, e le immagini stellari restano puntiformi anche ai bordi
  estremi del campo. Non è stato osservato alcun residuo evidente di aberrazioni.  Canon FD 200mm f/2.8Questo medio tele offre immagini perfette fino ai bordi, salvo mostrare
  una leggera traccia di aberrazione cromatica residua.  Contax Zeiss Sonnar 180mm f/2.8Questo "180" è il precursore della categoria e si comporta egregiamente
  nelle riprese astronomiche. Le stelle sono puntiformi fino ai bordi, e
  resta solo una traccia di aberrazione cromatica.   Minolta Rokkor MC 200mm f/3.5Questo 200mm non è più in produzione da molti anni ma è possibile reperirlo
  sul mercato dell'usato a buon prezzo. La sua resa è molto buona fino ai
  bordi, ma permane un piccolo residuo di aberrazione cromatica che dilata
  le immagini stellari.  Nikon Nikkor 180mm f/2.8Questo obiettivo di classe professionale è grosso e pesante ma offre immagini
  molto nitide e corrette in tutto il campo, anche a tutta apertura. Non
  si osserva alcun residuo di aberrazione cromatica. Leica 180mm f/3.4 APO
 Questo teleobiettivo è apocromatico, e la sua resa è strepitosa, con
  immagini stellari perfettamente nitide e incise in tutto il campo. Non
  si osservano residui di aberrazioni. Le immagini stellari che produce questo
  obiettivo sono talmente piccole e nitide che si può credere di avere a
  che fare con una piccola camera Schmidt.
  Olympus Zuiko 180mm f/2.8Questo "180" è il peggiore del lotto perché mostra residui evidenti di
  aberrazione cromatica e di coma (nel blu) agli angoli del fotogramma. Considerando
  però l'eccezionale qualità della media dei "180", la sua resa complessiva
  è da considerarsi buona.   Pentax ED 200mm f/2.8Questo medio tele è, al pari del Leica 180, il migliore del lotto, a testimonianza
  degli effetti positivi che derivano dall'uso di lenti in vetro a bassa
  dispersione ed alto indice di rifrazione (ED). Le immagini sono perfettamente
  nitide e simmetriche al centro come ai bordi del campo. Non si osservano
  tracce di coma e di aberrazione cromatica  Tamron ED 300mm f/2.8Questo obiettivo ha una correzione apocromatica e fa parte della categoria
  dei super-teleobiettivi di grande luminosità. Le immagini che questo obiettivo
  produce sono paragonabili a quelle ottenibili con una piccola camera Schmidt.  L'inseguitore automatico
  La fotografia astronomica con obiettivi fotografici convenzionali richiede
    che la macchina sia montata su un telescopio che insegue il moto apparente
    della volta celeste. In questo caso si sfrutta il telescopio come "guida"
    dell'obiettivo. In alternativa si può montare la macchina fotografica
    su una montatura equatoriale motorizzata che insegue senza guida il moto
    della sfera celeste. Sul mercato internazionale vengono offerte alcune
    montature "dedicate" a questo scopo, chiamate Inseguitori Automatici.  Uno
    dei primi modelli, il PURUS di produzione tedesca, aveva un meccanismo
    a molla e poteva guidare una macchina per qualche minuto con una precisione
    non eccelsa ma sufficiente se si usavano obiettivi di corta focale. Gli
    inseguitori automatici moderni sono molto più precisi perché sono dotati
    di cannocchiale polare e motore passo-passo che consente l'esecuzione di
    foto bene inseguite con tempi di esposizione fino a 15 minuti senza guida,
    anche se si usano teleobiettivi di focale medio-lunga. Quasi tutti gli
    inseguitori sono progettati per essere montati su un normale cavalletto
    fotografico.  |