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2 MILIONI di pagine visitate su telescopedoctor.com

Alla fine di maggio 2012 questo sito ha raggiunto il bel risultato di 2 milioni di pagine visitate da quasi mezzo milione di visitatori. Trattandosi di un sito in lingua italiana, mi sembra un risultato degno di nota. Un grazie a tutti i visitatori passati, presenti e futuri. Colgo l'occasione per scusarmi per avere recentemente trascurato la Posta Tecnica e i Test Strumentali. A breve ho programmato l'inserimento di nuovi articoli. Ancora grazie a tutti!.


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Obiettivi fotografici per astronomia

OBIETTIVI FOTOGRAFICI E ASTRONOMIA

1993

In questo articolo introduttivo vengono classificati e descritti gli obiettivi fotografici tradizionali e ne viene suggerito l'utilizzo nella fotografia astronomica.

L'astrofotografia può essere praticata con ottimi risultati utilizzando i normali obiettivi fotografici, a cominciare dal diffusissimo e spesso disprezzato "50 mm". Questo obiettivo viene sovente chiamato "normale" perché fornito a corredo con la maggioranza delle fotocamere reflex al momento dell'acquisto.

La fotografia astronomica praticata con gli obiettivi fotografici si limita alla ripresa di costellazioni, di oggetti del profondo cielo e di comete, escludendo del tutto la ripresa dei dettagli dei pianeti, che richiedono lunghissime focali. Non è da escludere naturalmente la ripresa dei pianeti con obiettivi di corta focale per scopi estetici o di documentazione di particolari eventi astronomici come le congiunzioni planetarie, ecc. Resta la possibilità di fotografare con teleobiettivi di media e lunga focale la luna (ed anche il sole, impiegando filtri speciali), oltre che i pianetini, le meteore e soprattutto le stelle variabili.

Ma il principale merito dell'astrofotografia con obiettivi fotografici è la sua funzione propedeutica, perché consente all'appassionato di fare pratica con le tecniche astrofotografiche senza tema di incorrere in errori che possano pregiudicare la riuscita delle prime foto. Molto spesso i risultati sono buoni fino dai primi tentativi, e l'appassionato comincia a sentire la necessaria soddisfazione che lo spinge a proseguire nell'esperienza.

FOCALE E CAMPO INQUADRATO

Il campo inquadrato da un obiettivo dipende dalle dimensioni del piano focale che l'obiettivo deve illuminare e dalla lunghezza focale. All'interno dello stesso formato, il campo dipende solo dalla focale dell'obiettivo.

La tabella seguente mostra la relazione tra focale (espressa in millimetri) e campo (espresso in gradi) per il formato 35mm.
 

Focale (mm)
Campo (gradi)
Categoria
7.5
180 supergrandangolare (fish-eye)
14
114 supergrandangolare
17
104 supergrandangolare
20
94 supergrandangolare
24
84 grandangolare spinto
28
75 grandangolare
35
63 grandangolare
50
46 normale
85
28 piccolo teleobiettivo
100
24 piccolo teleobiettivo
135
18 teleobiettivo corto
200
12 teleobiettivo medio
300
8 teleobiettivo lungo
400
6 super teleobiettivo
500
5 super teleobiettivo
800
3 super teleobiettivo

Per gli usi astronomici, la scelta dell'obiettivo dipende dalle dimensioni angolari dell'oggetto che si intende riprendere. Per fare qualche esempio, se si intende riprendere un'intera costellazione di medie dimensioni, che ha una estensione di alcune decine di gradi, sarà opportuno scegliere obiettivi di focale compresa tra 35 ed 85mm. Se si vuole fotografare tutta la Via Lattea, sarà necessario utilizzare un obiettivo super-grandangolare oppure un fish-eye, cioè obiettivi di focale inferiore ai 24mm. All'estremo opposto, se si intende catturare la luce di una debole nebulosa come la testa di cavallo in Orione, registrandone i dettagli, sarà opportuno scegliere un obiettivo di focale maggiore di 300mm.

FOCALI FISSE E ZOOM

Le case produttrici di macchine fotografiche e obiettivi hanno invaso il mercato di obiettivi a focale variabile, universalmente noti come "zoom", molto richiesti dalla clientela per la loro indubbia praticità. Pur avendo raggiunto una notevole qualità ottica, paragonabile in molti casi a quella degli obiettivi a focale fissa, gli zoom sono generalmente sconsigliabili per l'uso astronomico. I motivi principali sono i seguenti:
  • il meccanismo della variazione della focale tende a "slittare" nel corso delle lunghe pose (ad eccezione di alcuni zoom che hanno un meccanismo di blocco).
  • il costo di uno zoom di buona qualità è molto più alto di un obiettivo a focale fissa.
  • la luminosità degli zoom è piuttosto bassa, ed obbliga ad allungare i tempi di posa.
  • solitamente gli zoom soffrono di distorsione.

Di recente sono però apparsi sul mercato alcuni obiettivi zoom di ottima fattura e grande luminosità, con sistemi ottici corretti in modo eccellente dalle aberrazioni. Il costo di questi obiettivi resta però molto elevato.

FOCALE E LUMINOSITA'

Un obiettivo fotografico convenzionale viene identificato dalla sua lunghezza focale e dalla sua luminosità massima. Siccome gli astrofili si riferiscono ad un telescopio indicandone i valori dell'apertura dell'obiettivo e della lunghezza focale, talvolta nell'ambiente astronomico si rischia di fare confusione tra gli uni e gli altri. Quante volte vi è capitato di sentire che una certa foto astronomica è stata fatta con un "200" e vi siete chiesti se si trattava di un teleobiettivo da 200mm di focale o di un telescopio da 200mm di apertura?

Se si dice che un obiettivo è un 200mm f/4, si intende che la sua lunghezza focale è di 200mm, e la sua luminosità massima (a diaframma completamente aperto) è di f/4. Se lo si considera come un telescopio, questo obiettivo ha una apertura massima di 200/4 = 50 mm.

L'apertura massima di un obiettivo fotografico convenzionale varia a seconda del tipo di progetto e naturalmente della focale presa in considerazione. L'apertura tipica di un obiettivo super-grandangolare e grandangolare è di f/2.8-4. Gli obiettivi "normali" sono quelli in proporzione più luminosi, ed oscillano tra f/1.2 e f/2. I teleobiettivi "corti", di focale compresa tra 80 e 135mm offrono aperture comprese tra f/1.8 e f/3.5, mentre i tele più lunghi hanno luminosità compresa tra f/2.8 ed f/5, giungendo alla luminosità f/8 nella categoria dei super-tele, di focale maggiore di 400mm.

Si è parlato di apertura "massima" riferendosi al fatto che la maggior parte degli obiettivi a lenti sono dotati di un diaframma regolabile che consente il controllo del diametro dell'obiettivo. Gli obiettivi catadiottrici, composti da lenti e specchi, hanno uno schema ottico praticamente identico a quello dei telescopi riflettori tipo Maksutov Cassegrain, e non possono essere diaframmati.

Il valore dell'apertura di un obiettivo fotografico è estremamente importante perché è uno dei fattori che consente di calcolare i tempi di esposizione delle fotografie.

SCHEMI OTTICI E ABERRAZIONI

La lunghezza fisica di un obiettivo non ha una stretta correlazione con la lunghezza focale, perché viene ampiamente utilizzato un schema ottico noto come "retrofocus" che consente di portare il fuoco dei grandangolari molto all'indietro anche se la focale è cortissima (come farebbe altrimenti un obiettivo da 20mm di focale ad andare a fuoco 45mm più indietro, dove si trova la pellicola?). Allo stesso modo i moderni teleobiettivi a lenti sono spesso molto più corti di quanto si potrebbe supporre, perché incorporano un gruppo ottico negativo (una specie di lente di Barlow) che allunga la focale del sistema di lenti anteriore, che ha una focale più corta per poter contenere le dimensioni dell'obiettivo.

Le aberrazioni ottiche degli obiettivi sono dei difetti ottici che limitano il potere risolvente, il contrasto ed altre caratteristiche che concorrono a definire la "nitidezza" o la "fedeltà di riproduzione" di una foto.

Per correggere le numerose aberrazioni ottiche degli obiettivi, i progettisti impiegano molte lenti concave o convesse, separate o incollate tra loro. In alcuni teleobiettivi vengono impiegati sia lenti che specchi. All'aumentare della luminosità e al diminuire della lunghezza focale dell'obiettivo deve aumentare il numero delle lenti per correggere le aberrazioni che entrano in gioco, e che diventano spiacevolmente evidenti ai bordi del campo. A causa di esigenze di progettazione e di produzione, le lenti che compongono gli obiettivi fotografici hanno quasi sempre le superfici sferiche. I progettisti, avvalendosi di potenti super-computer e potendo contare sulla disponibilità di centinaia di tipi differenti di vetro, raggiungono ugualmente elevati livelli di correzione delle aberrazioni ottiche. Alcune aberrazioni, come il coma e l'astigmatismo, dipendono dall'apertura, cioè dal diaframma utilizzato.

TRATTAMENTI

Un normale obiettivo fotografico moderno è composto da un numero di lenti che può variare da 4 a più di 10. Siccome ogni superficie aria-vetro perderebbe per riflessione almeno il 12% della luce, è facile calcolare quale sarebbe la perdita netta di luminosità e di contrasto di un obiettivo dotato di lenti non trattate antiriflesso. Oggigiorno anche gli obiettivi più economici sono dotati di lenti trattate su tutte le superfici con molti strati di sostanze chimiche con proprietà anti-riflettenti, caratterizzati da un indice di rifrazione intermedio tra quello del vetro e quello dell'aria. Un obiettivo così trattato perde per riflessione solo una minima percentuale della luce incidente. Gli obiettivi moderni sono ormai trattati antiriflesso in modo molto efficace, e le perdite di luce sono ridotte al minimo.

FILTRI COLORATI E MINUS VIOLET

Tutti gli obiettivi fotografici sono dotati una filettatura (oppure di un cassettino presente prima dell'innesto) prevista per l'applicazione di filtri. Nell'utilizzo astronomico (in particolare usando pellicole pancromatiche in bianco e nero) questa possibilità può essere sfruttata con eccellenti risultati, ottenendo due grandi vantaggi:
  • selezionare la banda di trasmissione dell'oggetto che si vuole riprendere (filtro rosso per le nebulose ad emissione, blu per le stelle, ecc.)
  • ridurre al minimo i residui di aberrazioni cromatiche dell'obiettivo, che tendono a dilatare le dimensioni delle immagini stellari.
Di recente sono comparsi sul mercato alcuni filtri chiamati "Minus Violet" che eliminano la banda violetta dello spettro, consentendo di ottenere immagini stellari molto nitide e "secche" (eliminando in pratica lo spettro secondario degli obiettivi acromatici) senza alterare in modo significativo il colore delle immagini. Essi possono quindi essere usati anche con pellicole a colori.

OBIETTIVI APOCROMATICI

Da qualche anno sono comparsi sul mercato alcuni obiettivi di lunga focale caratterizzati da una luminosità straordinaria, enormi dimensioni e ... prezzi astronomici. Questi obiettivi, progettati principalmente per riprese sportive in condizioni di scarsa luminosità, offrono immagini di nitidezza eccezionale a tutte le aperture. Infatti la resa degli obiettivi a lenti non è la medesima a tutte le aperture; ed in genere la migliore nitidezza e correzione delle principali aberrazioni si ottiene ai diaframmi intermedi, cioè f/8-11.

I primi supertele apo ad essere prodotti furono i 300 mm f/2.8, ma ora si possono trovare senza problemi anche i 200 f/2, i 400 f/2.8, i 500 f/4, i 600 f/4. Questi super-tele includono lenti speciali a bassa dispersione cromatica ed alto indice di rifrazione, costruite in vetro ED (extra low dispersion = bassissima dispersione cromatica) o in cristallo di Fluorite (fluoruro di calcio). Utilizzando queste lenti l'obiettivo può essere progettato per avere una correzione molto spinta delle aberrazioni ottiche, ed in particolare esso è molto ben corretto dall'aberrazione cromatica. Questi obiettivi non sono più soltanto "acromatici", come la maggior parte degli altri, ma "apocromatici", corretti cioè per l'intero spettro cromatico. L'uso di questi costosi obiettivi per le riprese astronomiche consente di ottenere immagini che rivaleggiano con le camere Schmidt, ma con il vantaggio di una maggiore praticità e versatilità. Ho visto in più occasioni le immagini di alcune zone della Via Lattea riprese con un obiettivo Tamron ED 300/2.8 (faccio notare che l'apertura di questo "mostro" è di 300/2.8= 107 mm): le immagini delle stelle, anche le più luminose, erano piccolissime, e perfette anche ai bordi. Le nebulose erano ricche di dettagli, nitidissime. Purtroppo questi obiettivi costano come minimo 5-6 milioni.

ATTREZZATURA MINIMA:

28mm f/2.8, 50mm f/1.8, 200mm f/3.5. Con questa terna di obiettivi si possono fotografare oggetti molto estesi come le costellazioni o grandi estensioni di Via Lattea (28mm, 50mm). Usando il 200mm si catturano oggetti più piccoli con buoni risultati (M31, M33, la rosetta, M42, comete di media estensione, ecc.)

ATTREZZATURA IDEALE

Supergrandangolare 16-20mm, normale 50mm f/1.4, tele 180 o 200mm f/2.8, supertele apo 300 o 400mm f/2.8-4. Con il supergrandangolo si possono fare spettacolari riprese quasi "a tutto cielo", ottime per la cattura di scie meteoriche, grandi comete, luce zodiacale, Via Lattea, ecc.). Con il 50 super luminoso non è difficile riprendere i dettagli nebulari più deboli delle grandi nebulose (l'anello di Barnard in Orione, per esempio), contenendo i tempi di esposizione a pochi minuti anche se si usano filtri molto scuri. Con il 180 o 200 mm f/2.8 si catturano le nebulose più sfuggenti di medie dimensioni in pochi minuti. Con il super-tele apocromatico si riprendono oggetti di piccola dimensione (per esempio il velo del Cigno o l'ammasso di galassie della Vergine) con una nitidezza non lontana da quella di una camera Schmidt.

PROVE ASTRONOMICHE DI ALCUNI OBIETTIVI FOTOGRAFICI

In questa breve rassegna viene descritta la resa complessiva di alcuni obiettivi che ho avuto la possibilit di provare personalmente,  oppure di cui ho visto i risultati. Naturalmente molti altri obiettivi, originali o universali, offrono prestazioni di tutto rispetto nella fotografia astronomica. Sarebbe interessante raccogliere eventuali "prove" di vari obiettivi, da pubblicare periodicamente su una rivista o su Internet.

Minolta MD 16mm f/2.8 fisheye

Questo spettacolare obiettivo fisheye (180ø di campo sulla diagonale) offre una correzione notevole delle aberrazioni anche a tutta apertura. Le stelle appaiono perfettamente rotonde e puntiformi fino ai bordi estremi del fotogramma.

Nikon Nikkor 20mm f/2.8

Molto usato nel settore fotogiornalistico professionale, questo supergrandangolare da 20mm ha un ottimo comportamento alle maggiori aperture, senza produrre distorsioni apprezzabili. Le stelle restano puntiformi fino al bordo del campo.

Minolta MD 24mm f/2.8

Questo supergrandangolare offre buone immagini anche a tutta apertura, ma con residui di coma a f/2.8. Permangono leggerissime sfrangiature di colore ai bordi del campo, ma le stelle restano puntiformi in modo soddisfacente.

Olympus Zuiko 24mm f/2.8

Questo obiettivo offre immagini stellari molto nitide in tutto il campo, ma soffre di un po' di coma a tutta apertura. È pertanto consigliabile diaframmarlo almeno a f/4.

Canon FD 50mm f/1.4

Questo "normale luminoso" mostra un coma moderato ed una caduta di luce ai bordi di medio valore. Si consiglia di diaframmarlo a f/2.

Contax Zeiss Planar 50mm f/1.4

Questo obiettivo dal nome altisonante ha un buon comportamento complessivo, e mostra un coma modesto ed una vignettatura migliore della media.

Minolta 50mm f/1.7

Questo obiettivo viene fornito a corredo con le macchine fotografiche Minolta non-autofocus. La sua resa nella fotografia astronomica è piuttosto buona anche a tutta apertura. L'unico difetto facilmente riscontrabile è una forte caduta di luce ai bordi.

Minolta 58mm f/1.4

Questo vecchio obiettivo (uscito di produzione) soffre, a tutta apertura, di un evidente coma e di cromatismo residuo. Diaframmandolo a f/2 la resa migliora in modo considerevole.

Nikon Nikkor 50mm f/1.4

Questo costoso obiettivo ha un buon comportamento complessivo, e mostra un coma modesto ed una vignettatura un po' peggiore della media.

Olympus Zuiko 50mm f/1.4

Come il Minolta, anche questo obiettivo soffre, a tutta apertura, di un coma e di una aberrazione cromatica piuttosto evidenti. Fotografando il cielo con apertura f/1.4, le stelle assumono la forma di "boomerang" mano a mano che ci si allontana dal centro del campo. Chiudendo il diaframma a f/2 o 2.8 l'effetto diminuisce gradualmente fino a scomparire.

Pentax "A" 50mm f/1.4

Il comportamento di questo obiettivo è medio, sia dal punto di vista del coma che da quello della vignettatura e dell'aberrazione cromatica. Le immagini stellari sono buone usando il diaframma f/2.

Minolta 100mm f/2.5

Questo piccolo teleobiettivo offre immagini di notevole qualità anche a piena apertura, e le immagini stellari restano puntiformi anche ai bordi estremi del campo. Non è stato osservato alcun residuo evidente di aberrazioni.

Canon FD 200mm f/2.8

Questo medio tele offre immagini perfette fino ai bordi, salvo mostrare una leggera traccia di aberrazione cromatica residua.

Contax Zeiss Sonnar 180mm f/2.8

Questo "180" è il precursore della categoria e si comporta egregiamente nelle riprese astronomiche. Le stelle sono puntiformi fino ai bordi, e resta solo una traccia di aberrazione cromatica.

Minolta Rokkor MC 200mm f/3.5

Questo 200mm non è più in produzione da molti anni ma è possibile reperirlo sul mercato dell'usato a buon prezzo. La sua resa è molto buona fino ai bordi, ma permane un piccolo residuo di aberrazione cromatica che dilata le immagini stellari.

Nikon Nikkor 180mm f/2.8

Questo obiettivo di classe professionale è grosso e pesante ma offre immagini molto nitide e corrette in tutto il campo, anche a tutta apertura. Non si osserva alcun residuo di aberrazione cromatica.

Leica 180mm f/3.4 APO

Questo teleobiettivo è apocromatico, e la sua resa è strepitosa, con immagini stellari perfettamente nitide e incise in tutto il campo. Non si osservano residui di aberrazioni. Le immagini stellari che produce questo obiettivo sono talmente piccole e nitide che si può credere di avere a che fare con una piccola camera Schmidt.

Olympus Zuiko 180mm f/2.8

Questo "180" è il peggiore del lotto perché mostra residui evidenti di aberrazione cromatica e di coma (nel blu) agli angoli del fotogramma. Considerando però l'eccezionale qualità della media dei "180", la sua resa complessiva è da considerarsi buona.

Pentax ED 200mm f/2.8

Questo medio tele è, al pari del Leica 180, il migliore del lotto, a testimonianza degli effetti positivi che derivano dall'uso di lenti in vetro a bassa dispersione ed alto indice di rifrazione (ED). Le immagini sono perfettamente nitide e simmetriche al centro come ai bordi del campo. Non si osservano tracce di coma e di aberrazione cromatica

Tamron ED 300mm f/2.8

Questo obiettivo ha una correzione apocromatica e fa parte della categoria dei super-teleobiettivi di grande luminosità. Le immagini che questo obiettivo produce sono paragonabili a quelle ottenibili con una piccola camera Schmidt.

L'inseguitore automatico

La fotografia astronomica con obiettivi fotografici convenzionali richiede che la macchina sia montata su un telescopio che insegue il moto apparente della volta celeste. In questo caso si sfrutta il telescopio come "guida" dell'obiettivo. In alternativa si può montare la macchina fotografica su una montatura equatoriale motorizzata che insegue senza guida il moto della sfera celeste. Sul mercato internazionale vengono offerte alcune montature "dedicate" a questo scopo, chiamate Inseguitori Automatici.

Uno dei primi modelli, il PURUS di produzione tedesca, aveva un meccanismo a molla e poteva guidare una macchina per qualche minuto con una precisione non eccelsa ma sufficiente se si usavano obiettivi di corta focale. Gli inseguitori automatici moderni sono molto più precisi perché sono dotati di cannocchiale polare e motore passo-passo che consente l'esecuzione di foto bene inseguite con tempi di esposizione fino a 15 minuti senza guida, anche se si usano teleobiettivi di focale medio-lunga. Quasi tutti gli inseguitori sono progettati per essere montati su un normale cavalletto fotografico.

 
 

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