Infatti la ST-2000XM, che condivide quasi per intero l'impostazione progettuale della ST-7E, è però basata su un sensore che non è di tipo Full Frame come i Kodak KAF, ma è invece un sensore di tipo Interlinea, appartenente alla serie Kodak KAI, che nonostante la presenza delle microlenti e potendo sfruttare una tecnologia più recente, è un sensore progettato per applicazioni televisive e non strettamente per l'imaging scientifico e quindi è meno sensibile dei KAF, ha più difetti cosmetici e soprattutto è molto più rumoroso.
La ST-2KXM che ho provato era dotata di sensore Kodak KAI 2001M da 2 Megapixel, con 1600 x 1200 pixel quadrati da 7.4x7.4 micron, dimensioni fisiche del sensore 11.8 x 8,9 mm, raffreddamento regolato (-30°C rispetto alla temperatura ambiente), otturatore meccanico rotante, precisione A/D da 16 bit e e una Full Well Capacity di 45.000 elettroni. L'interfaccia di trasferimento dati è una USB1.1, che garantisce il trasferimento di un fotogramma intero in bin 1x1 in circa 4.5 secondi.
La versione attualmente in commercio monta un sensore più evoluto e performante, il KAI 2020M, che ha una QE di picco del 56% (contro il 45% del KAI 2001) e soprattutto offre sia un dark noise che un readout noise più che dimezzato rispetto alla versione precedente.
Il sensore di guida della versione che ho provato io era il vecchio Texas TC-211 raffreddato, ma le versioni successive, incluse quelle attualmente in vendita della ST-2000 XM sono dotate del più grande, evoluto e più sensibile TC237H.
Impressioni d'uso
Come ho accennato nella premessa, questa camera fornisce immagini nettamente più rumorose rispetto a quelle che avevo ottenuto con la vecchia ST-7E. Quindi, pur apprezzando i vantaggi del netto aumento di dimensioni del sensore e della maggiore velocità dell'interfaccia USB (comoda per la messa a fuoco), non sono mai stato del tutto soddisfatto della qualità delle immagini che mi sono quasi sempre venute un po' troppo "granulose" per i miei gusti.
La sensibilità della ST-2000XM mi è sembrata nettamente più bassa rispetto alla ST-7E: a parità di tempi di posa, di telescopio usato e di condizioni di cielo, la camera non ha raggiunto la stessa "profondità" ottenuta con la ST-7E ed era necessario allungare in modo consistente il tempo di posa. C'era qualche problema, pur non grave, anche di tipo "cosmetico", perché anche dopo la doverosa sottrazione dei dark frame, restavano un certo numero di hot pixel da rimuovere "a mano" o con le apposite funzioni di MaxIm DL.
Insomma, per farla breve, ho venduto prontamente la camera. |
Guidizio Finale
Pur restando una SBIG, quindi una camera ben progettata, affidabile e facile da usare, la ST-2000XME è la camera meno dotata (tra quelle che ho provato io) di questa marca, soprattutto per colpa della sensibilità inferiore, dell'elevata rumorosità e del prezzo elevato rispetto a camere concorrenti dotate di sensori con dimensioni paragonabili. Quindi, se trovate sul mercato dell'usato una ST-2000XM con i vecchi sensori KAI 2000/2001 non vi consiglio l'acquisto (salvo nel caso in cui il prezzo sia particolarmente basso) perché ne avreste una probabile delusione. La nuova versione, con il sensore 2020, è invece migliorata, come ho potuto constatare durante una consulenza che ho fatto presso un cliente che la possedeva, in cui ho notato un aumento di sensibilità e una diminuzione del rumore. Ma resta comunque lontana, secondo la mia esperienza, dalle prestazioni delle "sorelle" dotate di chip KAF. |