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Non altera in modo apprezzabile il colore delle stelle (che nei normali
UHC diventano spesso rossastre, magenta o cyan.
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Ha un trattamento di tipo "hard coating" (ad alta durezza) che
lo rende molto più difficile da graffiare e lo protegge dalle infiltrazioni
di umidità dai bordi, un difetto (purtroppo) comunissimo dei filtri
nebulari ottenuti con i vecchi trattamenti "soft coating" (rivestimento
tenero) che ad esempio caratterizza i Lumicon, perlomeno gli esemplari di
qualche anno fa.
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Il prezzo non dovrebbe superare gli 80 euro per la versione 31.8 e 130 euro
per la versione 2 pollici. Si tratta di prezzi sensibilmente inferiori a tutti
i concorrenti e prevedibilmente questo filtro avrà un effetto di forte
riduzione dei costi di mercato anche dei filtri nebulari di altre marche.
I filtri nebulari UHC (significa Ultra High Contrast = contrasto altissimo)
tagliano con grande efficacia l’inquinamento luminoso prodotto da lampade al
sodio ed ai vapori di mercurio, nonché il chiarore naturale dell’atmosfera,
scurendo in modo evidente il fondo-cielo. La banda passante è quella
centrata nel rosso e in minima parte nel giallo-verde, e questo significa che
questi filtri fanno risaltare le nebulose gassose rispetto al fondo-cielo.
Ho quindi provato questo filtri in 4 differenti situazioni:
Con cielo urbano (centro di Torino) con rifrattore TeleVue Pronto (70 mm).
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con cielo sub-urbano (località della periferia di Milano) con un
rifrattore Takahashi FS-128
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con cielo di una località collinare (colli del Monferrato) con Celestron
C8 e TeleVue Pronto.
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con cielo di montagna (parco del Pollino, circa 1000 metri) con rifrattore
TEC 140 apo.
In tutte e 4 le prove ho osservato oggetti appartenenti alle categorie più
"classiche" del cielo profondo: ammassi stellari aperti e globulari,
nebulose ad emissione, nebulose planetarie, resti di supernova, galassie.
Sotto il cielo urbano di Torino, con fortissimo inquinamento luminoso, e potendo
utilizzare solamente un telescopio di piccolissima apertura come il Pronto,
ho potuto puntare e osservare solo pochissimi oggetti, cioè i più
brillanti come M13 ed M3 (ammassi globulari) M11 (ammasso aperto), M57 ed M27
(nebulose planetarie).
Senza il filtro, gli oggetti si intravedevano a malapena,
immersi come erano in un fondocielo giallastro e luminoso. Applicando il filtro,
il cielo veniva scurito in modo evidente e gli oggetti celesti risaltavano molto
di più; il filtro non cambia in modo apprezzabile il colore delle stelle
e ne riduce pochissimo la luminosità.
Stesso effetto, anzi leggermente più soddisfacente, l’ho ottenuto sotto
il cielo suburbano di Brugherio (Milano), osservando con il Takahashi 128. Anche
in questo caso le nebulose, gli ammassi e anche alcune galassie brillanti (M51,
M81/82) sono state evidenziate dal filtro, che ha scurito in modo evidente il
fondo-cielo senza avere effetti apprezzabili la luminosità e sul colore
delle stelle di campo.
Anche le osservazioni compiute sotto il più scuro cielo dei colli del
Monferrato ha dati risultati positivi: ho puntato decine di oggetti del cielo
profondo con il mio C8 e con il Pronto, ottenendo con il filtro Baader UHC-S
un chiaro miglioramento del contrasto degli oggetti, che venivano meglio "staccati"
dal fondo-cielo. Anche in questo caso, il fondo-cielo diventava più scuro,
e le stelle restavano del loro colore e luminosità originali.
Infine, sotto il cielo del Parco Nazionale del Pollino, in Basilicata, usando
il rifrattore TEC 140 apo, ho potuto apprezzare l’effetto di aumento del contrasto
delle nebulose quando il cielo è già molto scuro. In questo caso
l’oggetto diventava praticamente "tridimensionale" e il filtro aumentava
in modo evidente la visibilità delle sfumature delle nebulose gassose.
Ad esempio ha reso evidenti i bracci scuri della nebulosa Trifida, le anse della
Laguna e le aree oscure della Eagle. Come già riferito nei test effettuati
sotto cieli di peggiore qualità, il filtro ha funzionato benissimo anche
durante le osservazioni di ammassi stellari aperti e globulari, nonché
di comete (Linear S4) e di galassie, aumentando il contrasto tra l’oggetto e
il fondocielo senza diminuire né alterare in modo evidente il colore
delle stelle di campo.
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