Sulle nebulose planetarie deboli l’effetto di questo filtro è molto forte, perché permette di evidenziare la presenza di una di queste nebulose laddove senza filtro non si vedono altro che stelle.
Anche con i resti di supernovae (un esempio per tutti: il Velo nel Cigno) l’effetto è fortissimo: senza il filtro la nebulosa del Velo si "intuisce" (usando piccoli telescopi come i miei rifrattori TeleVue Pronto da 70mm e Astro-Physics Traveler da 105mm), ma mettendo il filtro essa è immediatamente visibile in tutta la sua bellezza. Con alcune planetarie brillanti come M27, l’effetto del filtro è troppo forte e ne peggiora l’aspetto.
L’unico aspetto negativo di questo filtro è che è stato realizzato con una tecnica chiamata "soft coating" (deposizione a bassa temperatura di strati di materiale tenero) e quindi esso risulta estremamente delicato, facilissimo da graffiare in caso di pulizia (che però talvolta va fatta), e soprattutto non è impermeabile all’acqua, e quindi tende a degradarsi rapidamente se viene esposto ad ambienti umidi.
Il mio esemplare di filtro Ossigeno III, che ha vari anni di "servizio", è completamente degradato ai bordi, senza che io abbia esercitato nessuna azione meccanica sulla sua superficie. Infatti l’umidità penetra dai bordi del filtro e migra verso l’interno per capillarità.
Non so se i filtri Lumicon più recenti siano stati resi impermeabili, ma in base alle notizie in mio possesso, non credo.
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