Lo strumento è il fratello maggiore del TAL-M,
il piccolo newtoniano 80/526 da me recensito sul n.1 di Coelum (settembre
1997). Come questo, anche il TAL-1 è di fabbricazione russa e sia
dal punto di vista ottico che meccanico ne condivide le stesse caratteristiche
di robustezza e buona realizzazione. L'esemplare provato è la versione
non motorizzata.
Il supporto del telescopio è una robusta colonna
di alluminio, del diametro di 8 cm, alla base della quale si avvitano tre
grosse razze le cui estremità poggiano su piedini anti-vibrazione
abbastanza efficaci.
Sulla colonna si installa una montatura equatoriale in
alluminio, di colore nero, dotata di moti micrometrici in AR e Dec, sfortunatamente
con una corsa assai piccola. Insieme, la colonna e la montatura formano
un supporto molto robusto, che potrebbe reggere tranquillamente anche un
Newon di diametro superiore.
L'obiettivo è costituito da uno specchio primario
di 110 mm di diametro e 805,85 mm di lunghezza focale dichiarata (f/7,3).
Il diametro utile dello specchio è risultato di 107 mm circa, e
l'ostruzione determinata dal secondario - sostenuto molto bene da quattro
razze di lavorazione accurata è attorno al 25%. L'esame sul cielo
ha mostrato che l'ottica è di buona qualità, ma non quanto
mi aspettavo conoscendo l'accuratezza con cui i russi producono questo
genere di strumenti. Osservando le immagini di diffrazione intrafocali
ed extrafocali di Spica e Regolo ho constatato una leggera
sovracorrezione e anche un accenno di astigmatismo dovuto certamente a
tensioni che affliggono lo specchietto secondario, incollato sul suo supporto.
Nonostante questi (piccoli) problemi, a fuoco le immagini stellari (160x
con Barlow e K15) erano regolari, col disco di Airy abbastanza rotondo
e circondato da un paio di anellini interrotti. La prova sulle stelle doppie,
inoltre, ha dato ottimi risultati. Sempre a 160x le due componenti di Gamma
Virginis, separate di 1.8 secondi d'arco nel 1998, erano nitide, perfettamente
separate e tra esse si distingueva uno spazio scuro grande circa la metà
del disco di diffrazione.
Sorprendente anche l'esame sulla Luna. Nell'osservazione
del nostro satellite il TAL-1 ha chiaramente superato le prestazioni dei
comuni 114 commerciali di produzione giapponese o taiwanese. A 192x (Barlow
+ OR 12,5) era ben visibile la delicata trama della Rima Triesnecker e molti craterini nella regione Triesnecker-Hyginus. Sostituendo
l'OR 12,5 con un Celestron SMA 10 ho constatato che l'immagine rimaneva
molto nitida anche a circa 240x, benché la luminosità iniziasse
a scarseggiare. Secondo me questo valore è il massimo utilizzabile
nell'osservazione lunare, mentre per quanto riguarda i pianeti occorre
limitarsi a 200x circa.
Un discorso a parte meritano gli accessori. Intanto per
l'abbondanza: cercatore acromatico 6x30, due oculari, una Barlow 3x, sei
filtri, un reticolo per guida fotografica (non illuminato), un supporto
per foto in parallelo, pennello morbido per pulire le ottiche, panno, cacciavite
per la collimazione, tappi copriottiche con diaframma solare. Trovatemi
un telescopio di marca occidentale o giapponese che vi fornisce di serie
tutte queste cose!
E poi la qualità. Il Plössl da 25 mm è
letteralmente superbo, al livello dei migliori Plössl commerciali
che ho avuto occasione di testare. Il Kellner da 15 mm è pure molto
buono e mi ha sorpreso anche la qualità della Barlow 3x, che visivamente
fa una brutta impressione per il piccolo diametro utile (meno di 10 mm)
e l'intubazione spartana e che si è invece rivelata all'altezza
delle Barlow commercializzate da Meade e Celestron: alto
contrasto, assenza di cromatismo laterale e di vistose aberrazioni geometriche.
Purtroppo il diametro del barilotto degli oculari è di 32 mm invece
dei canonici 31,8 e inoltre l'intubazione delle lenti è tale da
consentirne l'inserimento nel tubo fuocheggiatore per una lunghezza superiore
a quella consentita agli oculari di produzione occidentale o giapponese
e stesso discorso vale per la Barlow. Questo significa che non è
possibile utilizzare il TAL-1 con oculari o Barlow diversi da quelli in
dotazione per l'impossibilità di mettere a fuoco le immagini, a
meno di non inserirli nella lente di Barlow 3x.
Con questo accorgimento
è possibile mettere a fuoco anche con gli oculari standard e infatti
i maggiori ingrandimenti che ho utilizzato durante il test li ho ottenuti
proprio in questo modo. Occorre però aumentare la tenuta tra la
Barlow russa e gli oculari da 31,8 mm con uno spessore, che può
essere costituito, ad esempio, da una striscia di cartoncino nero da disegno.
La Barlow, infatti, come pure il fuocheggiatore, non ha viti di tenuta
ma trattiene gli oculari russi semplicemente per attrito, che viene a mancare
se l'oculare ha un barilotto di dimensione inferiore ai 32 mm. Questo particolare,
tra l'altro, rende critico l'utilizzo degli adattatori fotografici per
problemi, appunto, di tenuta e di stabilità dell'insieme. L'importatore
non fornisce raccordi per fotografia al fuoco diretto o in proiezione.
I filtri colorati si inseriscono a pressione direttamente
sopra gli oculari, sono di buona qualità (non evidenziano, cioè,
luce diffusa) e sono presenti nei colori che servono di più per
l'osservazione degli oggetti del Sistema Solare: giallo, rosso, blu, blu-verde,
neutro e solare.
Chiaro e conciso il manuale d'istruzioni in inglese, nel
quale si ritrovano anche molti utili consigli sulla pulizia e la manutenzione
delle ottiche e anche una lista di stelle doppie (un po' datata, a dire
il vero) da utilizzare come test.
In definitiva consiglierei il TAL-1 (o il TAL-1M, se si
desidera la motorizzazione) in alternativa ai soliti 114 mm di produzione
orientale. È senz'altro superiore a questi in robustezza, realizzazione
e accessoristica mentre è un po' meno espandibile ai bassi e medi
ingrandimenti per via delle caratteristiche del fuocheggiatore, progettato
per gli accessori russi. Comunque, visto che la Barlow 3x in dotazione
consente di mettere a fuoco anche con gli oculari standard, consiglio di
acquistare due Plössl o ortoscopici da 12,5 e 10 mm, in modo da poter
sfruttare fino in fondo le buone caratteristiche dell'ottica nell'osservazione
ad alta risoluzione, in particolare della Luna e delle stelle doppie. In
questo modo si otterrebbero in totale 6 ingrandimenti (32, 54, 97, 161,
193, 242) in grado di soddisfare tutte le necessità. |