Un design molto particolare
Il design dei Celestron Axiom LX è gradevole, con un corpo in alluminio anodizzato con belle sfaccettature e linee arrotondate, completato da un sapiente uso di fasce di gomma che sono utili per fornire una presa migliore anche quando fa molto freddo, situazione in cui è molto fastidioso maneggiare il metallo. Mi sono piaciute anche le scritte, il disegno dei tappi e i colori dell’oculare. Manca invece un contenitore stagno, come quello dei Pentax XL/XW, in cui riporre gli oculari dopo l’uso.
L’oculare Axiom LX 31mm è di dimensioni gigantesche, e di peso notevolissimo, il che ne limita l’uso ai telescopi dotati di telescopi – e soprattutto fuocheggiatori - molto robusti e perfettamente bilanciati. Sarà indispensabile, per chi vuole usare questo gigante, disporre di un portaoculari o un diagonale con serraggio perimetrale, in pratica un collare metallico, perché non sarà molto opportuno fidarsi delle solite vitine che premono sul fianco dell’oculare e che porterebbero, alla prima disattenzione, alla rovinosa caduta dell’oculare.
La conchiglia oculare in gomma, che agisce come distanziatore poggia-occhio è regolabile in altezza tramite una grossa ghiera a meccanismo elicoidale, che possiede un movimento molto pastoso e graduale. La regolazione di questo distanziatore è critica per riuscire a inquadrare correttamente l’intero campo e per evitare il fastidioso effetto “parallasse”, che fa scomparire l’immagine quando si sposta lateralmente l’occhio dalla posizione ottimale.
Condizioni del test
Ho testato gli oculari usando vari telescopi: Meade ACF 14” f/10, Celestron C8, Sky-Watcher Equinox ED 120, Scopos 66ED, tutti utilizzati con diagonale da 2 pollici delle rispettive marche. Ho usato, per confronto, anche un oculare Meade QX 30 mm e un Pentax XL 21 mm. Ho osservato la Luna prossima al Primo Quarto, Giove, alcune stelle brillanti, vari ammassi aperti e globulari e alcune nebulose e galassie brillanti.
Impressioni d'uso
Con gli oculari della serie Axiom LX si ottiene, grazie all’enorme campo apparente di 82 gradi, il celebre effetto chiamato “passeggiata nello spazio”. Osservando con rifrattori di corta focale, è facile inquadrare con questi oculari un campo paragonabile a quello di molti binocoli, e quindi è veramente emozionante ammirare ammassi stellari come il Doppio Ammasso di Perseo, tutte le Pleiadi o l’intera Galassia di Andromeda con tanto di galassie satelliti che letteralmente “stanno larghi” nell’enorme campo di oltre 2.8 gradi (a 29 ingrandimenti) che ho ad esempio ottenuto usando lo SkyWatcher Equinox 120mm, munito di diagonale Maxbright 2", con l’Axiom LX 31mm.
Avendo eseguito il test anche in una località di montagna, ho apprezzato molto la protezione dal freddo offerto dalla ghiera di gomma e la comodità del paraluce regolabile nel fornire la posizione ottimale dell’occhio.
Il grande diametro (circa 90 mm!) del corpo dell’oculare Axiom LX 31 mm lo fa sbattere contro il naso dell’osservatore e quindi costringe ad assumere una posizione un po’ obliqua del viso oppure a tenere l’occhio leggermente distante dalla conchiglia di gomma. Questo non è necessario con l'altro oculare in prova da 16 mm, decisamente più stretto.
Va sottolineata la necessità, usando oculari come questo 31 mm, che pesano più di 1 Kg, di stringere molto bene le viti dei portaoculari e dei diagonali, specie se si utilizzano telescopi a puntamento automatico Go-To che si muovono rapidamente alla ricerca degli oggetti.
La resa degli oculari Axiom LX si è dimostrata molto buona e soddisfacente, con una elevata nitidezza e luminosità in quasi tutto il campo, tale da renderli idonei, nonostante la chiara destinazione d’uso dedicata agli oggetti del cielo profondo, anche per osservare Luna, Sole (con un filtro appropriato) ed anche i pianeti, fatto salva la necessità di utilizzare telescopi di lunga focale o lenti di Barlow per ottenere alti ingrandimenti.
Gli Axiom LX hanno dimostrato di possedere una resa ai bordi del campo (ovvero stelle ragionevolmente puntiformi) nettamente migliore con i telescopi Schmidt-Cassegrain rispetto a quella ottenuta con i rifrattori. Questo fatto non deve sorprendere, in quanto la Celestron, ha il suo “core business” proprio nella produzione di telescopi SCT ed è normale che tenda a accordare la propria preferenza agli accessori ottimizzati per questo tipo di telescopi, dotati una curvatura di campo molto più modesta rispetto ai rifrattori.
E' mia opinione, pur non avendo avuto la possibilità di eseguire la relativa prova, che gli Axiom LX funzionino altrettanto bene con i Newtoniani con rapporto focale compreso tra f/5 ed f/8, che sono dotati di una curvatura di campo non molto elevata e paragonabile con quella tipica degli Schmidt-Cassegrain.
La resa generale e soprattutto il trattamento anti-riflettente sono risultati leggermente peggiori rispetto a quella dei Pentax XL, usati come riferimento. La resa cromatica di questi oculari è risultata neutra, forse leggermente calda (giallastra).
Per concludere ho sottoposto gli oculari ad un test particolarmente severo, che consisteva nel portare l’immagine della Luna al bordo destro, allo scopo di verificare l’efficacia dei trattamenti antiriflesso. Ho utilizzato, per confronto gli oculari Pentax XL, che sono notoriamente dotati di trattamenti molto efficaci. Ho pertanto notato la presenza di un po’ di luce diffusa e qualche immagini fantasma nell’Axiom LX 31mm.
Giudizio finale
Ho apprezzato la resa degli Axiom LX, soprattutto con i telescopi Schmidt-Cassegrain ma anche con i rifrattori, con cui ho ottenuto immagini mozzafiato per l’enorme ampiezza del campo. Consiglio il modello Axiom LX 31 ai veri appassionati di osservazioni visuali che amano le osservazioni a grande campo del cielo profondo e che possiedono telescopi sufficientemente robusti per reggerne il peso! Il prezzo degli Axiom LX è piuttosto elevato ma inferiore rispetto a quello dei diretti concorrenti con caratteristiche simili.
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