COSTRUZIONE e FINITURE ****
Pur essendo costruito, quasi sicuramente in Cina, appare subito evidente lo sforzo di realizzare un prodotto di qualità. Nulla da eccepire sul livello di finitura; veramente pregevole, sia alla vista che al tatto.
Buona l’opacizzazone interna; per evidenziare riflessi si deve guardare con l’ oculare tra le mani , puntando a brevissima distanza, una lampada con luce intensa; quindi ben al di la di situazioni osservative realistiche.
Sul corpo dell’ oculare è incisa la scritta ‘PARACOR’ di cui non è stato possibile ottenere spiegazioni plausibili.
ERGONOMIA E VERSATILITA’ **
Dobbiamo subito chiarire che il TS 40 è un oculare estremo. Si vuole, con esso, ottenere il massimo in termini di campo di vista reale inquadrato; quindi è un oculare dalle dimensioni importanti: la sua altezza è di 121 mm, mentre il suo diametro è di 64 mm. Con l’alluminio si vuole contenere il peso, ma siamo pur sempre sul mezzo chilo (esatto) di materiale da applicare ad un diagonale da 2”. Alcuni fuocheggiatori potrebbero già entrare in crisi. Ben ralizzato il comodo paraluce Twist-up. Ricordo infine, la necessità di tenere sempre ben pulita la lente di campo interna: la polvere che si deposita su di essa è visibile anche nelle osservazioni notturne fatte sulla Luna o sui pianeti luminosi. Per questo aspetto ricorda una tipica caratteristica degli oculari Kellner.
CAMPO APPARENTE ***
Come già accennato l’oculare è progettato in modo da offrire il massimo campo di vista ottenibile con lo standard da 2”. Il diaframma di campo infatti, ha un diametro di ben 46 mm, che per un oculare dalla lunghezza focale di 40 mm, senza distorsioni d’immagine, comportano un AFOV di 66°, contro i 68° dichiarati. Se si volesse ottenere di più, l’unica strada percorribile sarebbe quella di una diminuizione della lunghezza focale. Ma in tal caso saremmo su altre linee progettuali.
ESTRAZIONE PUPILLARE ****
Quando non si fa uso di gruppi di lenti negative poste prima del piano focale, l’estrazione pupillare è quella propria dello schema ottico. Nel nostro caso 18 mm, ampiamente sufficienti per garantire comodissime osseravazioni anche ai portatori di occhiali, agendo opportunamente sul paraluce twist – up.
Esamineremo adesso gli aspetti più propriamente legati al sistema completo: telescopio – diagonale – oculare.
EFFETTO PARALLASSE ****
Lievemente superiore rispetto a quello del 30 mm, dove in pratica era assente, ma siamo sempre su livelli assolutamente tollerabili e soprattutto, mai fastidiosi. Sollevando il paraluce, la percezione di tale effetto scompare totalmente.
CROMATISMO ASSIALE ****
Uno dei punti di forza di questa serie di oculari. Fondamentalmente neutra la tonalità cromatica. Piacevolissima l’immagine, glaciale, fredda, della superficie lunare. Con un’attenta osservazione si riesce ad evidenziare il cromatismo residuo della lastra Schmidt del C8, per altro, molto contenuto.
CROMATISMO LATERALE ***
Si inizia a percepire a circa metà distanza tra centro e bordo. Non risulta mai fastidioso ed in pratica lo si percepisce solo sulla Luna portata fuori asse. Alla visione diurna, ossevando nell’ oculare senza il telescopio, si possono osservare due bordi concentrici: quello del diaframma di campo e quello del barilotto: entrambi nettissimi e privi di qualsiasi bagliore colorato. Una volta inserito l’oculare nel diagonale, al telescopio rimane visibile (fortunatamente) il solo cerchio del diaframma.
ABERRAZIONE SFERICA *****
Sull’ asse ottico l’accoppiamento con il C8 è particolarmente felice; neutralità cromatica e puntiformità di stelle anche molto luminose come Vega ed Altair, danno la percezione di un immagine di qualità. Facile e naturale la messa a fuoco di questi astri che, al contrario di quel che si potrebbe pensare, sono tra gli oggetti più difficili.
COMA ***
L’ampio campo di vista consente di evidenziare questa aberrazione addebitabile quasi sicuramente al telescopio, ma solo al bordo del campo e ad una mirata osservazione della deformazione di stelle luminose.
ASTIGMATISMO ****
Vista la prova non esemplare fornita dal 30 mm, ero preparato al peggio. Ed invece niente di tutto questo; con il 40 mm l’astigmatismo si può percepire, ma in misura minima, solo ai bordi estremi del campo. Per sincerarmi di ciò, ho subito inserito nel diagonale il 30 mm; la differenza è veramente notevole.
Che la scritta PARACOR, voglia significare lo sforzo fatto per ridurre coma ed astigmatismo?
CURVATURA DI CAMPO *
Che gli SCT siano dei telescopi affetti da una accentuata curvatura di campo è cosa risaputa. Con il TS 40 ci siamo messi nelle condizioni ottiche ideali per evidenziare tale aberrazione. E non ci sono motivi per pensare che ciò non debba accadere con qualsiasi altro oculare con 46 mm di field stop. Non per nulla, con la nuova serie HD, la Celestron risolve questo problema mediante un correttore di campo inserito stabilmente nel tubo paraluce interno.
DISTORSIONE ****
Un sistema ottico privo di tale aberrazione viene definito ortoscopico. Il TS 40, a buon diritto, può fregiarsi di questo termine. Notevole il risultato fornito, soprattutto considerando che è ottenuto su un campo di 66°; contro i 40°- 45° tipici dei tradizionali ortoscopici di Abbe. Per evidenziare un minimo di distorsione positiva (a cuscino), si devono compiere osservazioni diurne, mirate in tal senso.
LUMINOSITA’ ****
L’ immagine da sempre l’impressione di essere viva e luminosa , questo probabilmente, anche per merito delle eccellenti qualità ottiche del C8 con il suo trattamento XLT; senza dimenticare il diagonale dielettrico TS Quartz. Tant’è che spesso, a detta di altri osservatori esperti, si ha l’impressione di osservare con un telescopio di diametro maggiore.
LUCE DIFFUSA *****
Prestazione di assoluta eccellenza. Uno degli aspetti che balza subito in chiara evidenza, è il netto contrasto tra il bagliore di stelle luminose ed il fondo oscuro dello spazio circostante. Evidente la differenza rispetto a molti altri ocualri, anche di buona qualità. Prestazione migliore anche rispetto al TS 30. Tutto ciò si traduce in immagini molto nette e contrastate.
IMMAGINI FANTASMA *****
Uno dei principali problemi da risolvere quando si realizzano oculari con molte lenti e quindi con diverse superfici aria – vetro, è l’eliminizaione delle immagini fantasma. Con l’ottimo trattamento antiriflesso FMC, il nostro oculare non presenta questo problema. Il trattamento evidenzia solo una diafana luminiscenza verde scura. Anche sotto questo aspetto quindi, vi è stato un deciso miglioramento rispetto al più recente passato.
CONTRASTO E NITIDEZZA ****
Con i risultati forniti nelle precedenti voci, era del tutto lecito attendersi immagini chiare e contrastate; siamo in effetti su ottimi livelli, al di la delle mie personali attese. Immagine di qualità, quella della Luna al suo primo quarto, con i crateri che appaiono essere scolpiti e con un notevole effetto di tridimensionalità. Ottima la selettività ed il contrasto fra le diverse tonalità di grigio delle nebulose gassose estese.
CONCLUSIONI
Ho la personale convinzione che, nel progettare una serie di oculari con caratteristiche simili, i costruttori pongano particolare attenzione a quello con la facale maggiore; poi si estendono le linee direttrici, adattandole alle focali minori. In tal senso il TS ED 40 mm si dimostra essere un degno capo famiglia, evidenziando una coerenza di prestazioni su livelli decisamente alti.
L’ accentuata curvatura di campo mostrata con il C8, non sarebbe molto diversa da quella mostrata con qualsiasi altro oculare non dedicato e con caratteristiche simili. In altre parole, le criticità dell’oculare sono di natura fisica, proprie di un qualsiasi oculare da 40 mm di focale con più di 65° di AFOV, non addebitabili certamente, a carenze o imperfezioni costruttive.
In definitiva il TS ED 40 non mostra lati deboli e, con i suoi 148 E di costo, confrontato con gli altri oculari con caratteristiche simili presenti sul mercato, è un componente dal rapporto qualità/prezzo che…lascio stabilire al lettore!
GIOVANNI FALCICCHIA |