Un'estetica fuori dal comune
L’oculare Ultima LX 32 mm è un oculare non particolarmente grande e molto leggero ed è dotato di un campo apparente di 70 gradi. La sua leggerezza è dovuta all'uso del barilotto da 2” in alluminio e non in acciaio o in ottone cromato. Il corpo dell’oculare è rivestito con uno spesso strato di gomma sagomata in un modo molto particolare per migliorarne la presa e che lo rende, di fatto, a prova d’urto (e di caduta). La conchiglia paraluce che sta attorno alla lente dell’occhio è anch’essa di gomma, ed è anch’essa regolabile.
Condizioni del test
L'oculare è stato testato usando vari telescopi: Meade ACF 14” f/10, Celestron C8, Sky-Watcher Equinox ED 120, Scopos 66ED, tutti utilizzati con diagonale da 2 pollici delle rispettive marche. Inoltre l'oculare Ultima LX è stato confrontato con un oculare Meade QX 30 mm e un Pentax LX 21 mm. Ho avuto la possibilità di osservare la Luna prossima al Primo Quarto, Giove, alcune stelle brillanti, vari ammassi aperti e globulari e alcune nebulose e galassie brillanti.
Impressioni d'uso
Gli oculari Ultima LX possiedono un campo apparente di 70 gradi, vicino al massimo campo che l'occhio umano può inquadrare con una sola occhiata (cioè senza roteare per vedere i bordi). Quindi gli oculari SWA, a cui appartengono i Celestron Ultima LX, sono gli oculari "ergonomici" per eccellenza. Questo effetto gradevole è ben visibile con tutti i telescopi, ma è particolarmente impressionante quando si usano questi oculari con telescopi rifrattori, che non essendo ostruiti hanno un campo illuminato grandissimo.
Usando in particolare l'oculare oggetto del test su un rifrattore Equinox 120ED, ovviamente munito di diagonale da 2" (Baader Maxbright), sono riuscito a far stare "larga" la galassia di Andromeda, o i due ammassi del famoso "doppio ammasso del Perseo" nell'esuberante campo dell'oculare (28X, campo 2,49 gradi).
Avendo eseguito il test anche in una località di montagna, ho apprezzato la protezione dal freddo offerto dalla ghiera di gomma e la comodità del paraluce regolabile nel fornire la posizione ottimale dell’occhio.
Il grande diametro (circa 90 mm!) del corpo dell’oculare Axiom LX 31 mm lo fa sbattere contro il naso dell’osservatore e quindi costringe ad assumere una posizione un po’ obliqua del viso oppure a tenere l’occhio leggermente distante dalla conchiglia di gomma. Questo non è necessario con gli altri due oculari, il più piccolo Axiom LX e l’Ultima LX 32 mm, decisamente più stretto del suo gigantesco cugino.
Sottolineiamo la necessità, usando oculari che pesano più di 1 Kg, di stringere molto bene le viti dei portaoculari, specie se si utilizzano telescopi a puntamento automatico Go-To che si muovono rapidamente alla ricerca degli oggetti.
La resa degli oculari Axiom LX si è dimostrata molto buona e soddisfacente, con una elevata nitidezza e luminosità in quasi tutto il campo, tale da renderli idonei, nonostante la chiara destinazione d’uso dedicata agli oggetti del cielo profondo, anche per osservare Luna, Sole (con un filtro appropriato) ed anche i pianeti, fatto salva la necessità di utilizzare telescopi di lunga focale o lenti di Barlow per ottenere alti ingrandimenti. Il modello Ultima LX 32 mm ha dimostrato una buona resa solo fino a circa la metà del campo, con una degradazione progressiva, dovuta soprattutto all’astigmatismo, verso i bordi.
L'Ultima LX ha dimostrato di funzionare meglio, specie ai bordi del campo, con i telescopi Schmidt-Cassegrain rispetto ai rifrattori, il che non deve sorprendere, in quanto la Celestron, ha il suo “core business” proprio nella produzione di telescopi SCT ed è normale che tenda a accordare la propria preferenza agli accessori ottimizzati per questo tipo di telescopi, dotati una curvatura di campo molto più modesta rispetto ai rifrattori.
Tuttavia l'oculare Ultima LX 32 mm ha mostrato parecchia luce diffusa e una correzione buona solo per metà del campo. A partire da metà del raggio del campo fino ai bordi infatti si notava che le stelle assumevano una forma che da ovale diventava via via più simile ad una lineetta, un effetto causato dall'astigmatismo. Confrontato con il Pentax XL 21mm, la correzione geometrica e il constrasto risultavano nettamente peggiore anche tenendo conto del fatto che il Pentax, essendo di focale più corta, inquadrava un campo reale nettamente più piccolo.
La resa cromatica dell’Ultima LX è risultata fredda, forse leggermente azzurrina.
Per concludere ho sottoposto l'oculare ad un test particolarmente severo, che consisteva nel portare l’immagine della Luna al bordo destro, allo scopo di verificare l’efficacia dei trattamenti antiriflesso. Ho utilizzato per confronto gli oculari Pentax XL, che sono notoriamente dotati di trattamenti molto efficaci. Ho constatato la presenza di luce diffusa e qualche immagini fantasma e di un poco di aberrazione cromatica laterale ai bordi estremi del campo.
Giudizio finale
La resa dell'oculare Ultima LX 32mm mi ha francamente deluso, avendo perso in modo schiacciante il confronto con i più blasonati Pentax XL ed anche con l'Axiom LX31. Inoltre il prezzo degli oculari Ultima LX è, a mio avviso, troppo elevato rispetto alla resa complessiva dell’oculare e in confronto con gli oculari concorrenti di caratteristiche simili.
TABELLA RISULTATI TEST OCULARE CELESTRON ULTIMA LX
Correzione geometrica
|
Buona al centro, ma gli oggetti si ovalizzano al bordo. Forte astigmatismo al bordo
|
Correzione Cromatica
|
Buona, salvo i bordi estremi (bordo cyan)
|
Immagini fantasma
|
Varie, leggemente azzurrine
|
Luce diffusa
|
Evidente
|
Parallasse
|
Evidente
|
Nitidezza / Contrasto
|
Buona nitidezza, contrasto discreto
|
TABELLA CARATTERISTICHE TECNICHE
Diametro
|
2" (50.8 mm)
|
Lenti / Gruppi
|
n.d.
|
Campo apparente
|
70°
|
Estrazione pupillare
|
16 mm
|
Trattamenti ottici
|
Multistrato
|
Diametro barilotto
|
2” (50.8 mm)
|
Peso (grammi)
|
494
|
|