Il target per cui è stato costruito questo rifrattore è l’appassionato che ha bisogno di uno strumento compatto e maneggevole, che lo userà sia per osservazioni visuale che, soprattutto, per l’astrofotografia. Infatti un rifrattore f/7 è significativamente più luminoso dei modelli f/8 o f/9 concorrenti, e consente di accorciare le pose e fotografare oggetti più estesi.
La costruzione
L’obiettivo dell’Orion è un doppietto che utilizza una lente in vetro ED FK61 che è l’equivalente cinese del vetro Ohara FPL51. L’obiettivo è trattato con un profondo trattamento di colore verde. L’obiettivo è spaziato in aria anche se non si vedono spaziatori né il tipico, pur debole riflesso, che si nota sempre negli obiettivi spaziati in aria. Pertanto secondo la nostra opinione l’obiettivo utilizza uno spaziatore anulare e un trattamento antiriflettente particolarmente efficace. L’obiettivo è trattenuto in sede in una cella interna che viene venuta ferma da 4 coppie di grani (viti senza testa) a cui si può accedere svitando il paraluce. Queste viti non sono concepite per collimare lo strumento ma solo per tenere ferma la cella, e se sono troppo strette possono creare tensioni nel vetro, cosa che ho constatato (e risolto) durante il primo test dell’esemplare ricevuto.
L’Orion 102ED Premium è un rifrattore piuttosto compatto e leggero, ma è di costruzione robusta. Il tubo in alluminio contiene tre diaframmi interni, è annerito internamente in un modo che appare efficiente, ed è dotato di un fuocheggiatore di tipo Crayford da 2” (con raccordo riduttore da 31.8mm) con tubo di messa a fuoco dotato di scala graduata, e che ruotare su sé stesso (con ghiera bloccabile).
Questo fuocheggiatore appare migliore della media dei Crayford cinesi perché il rullo-pignone agisce su una piastrina di acciaio inox, mentre i cuscinetti interni premono invece direttamente sull’alluminio. L’azione della messa a fuoco, comandata da manopole, avviene con l’ormai consueto movimento a doppia velocità macro-micro (il movimento micrometrico ha una riduzione 1:11 rispetto al movimento diretto), che usato con accessori leggeri è parso dotato di un movimento fluido e regolare, mentre quando l’ho caricato con pesi di 700-800 g (ad esempio con torretta binoculare + diagonale + oculari grandangolari) ho notato che il movimento “grattava” un po’ durante il movimento di rientro.
Il paraluce, lungo una ventina di cm, è scorrevole e resta in posizione anche quando il telescopio punta verso lo zenit. Il tubo ottico viene fornito con a corredo una coppia di anelli molto ben costruiti e solidi e con un attacco a coda di rondine femmina per il montaggio di un cercatore (opzionale). Il tutto viene fornito all’interno di una bella valigetta di alluminio.
Il tubo, lungo poco più di 60cm con il paraluce rientrato, trova posto senza problemi su montature medio-piccole, ed ho eseguito il test su una montatura Celestron CG5, ma secondo me sarebbe bastata anche una EQ3. Allo stesso modo, questo compatto rifrattore, concepito anche per gli appassionati itineranti, può essere montato senza problemi su molte piccole montature altazimutali come la Vixen Porta o la Giro Mini, come pure sulle altazimutali computerizzate come la Celestron SLT, la Vixen Skypod o la Ioptron SmartStar.
Il test
Ho eseguito lo star test usando come soggetto Regolo (alfa Leo) senza usare diagonali o Barlow, e per raggiungere il fuoco ho dovuto usare un tubo di prolunga da 40mm. L’oculare usato per il test visuale è stato il Baader Hyperion 3.5mm (circa 204x), mentre la ripresa fotografica delle immagini di diffrazione è stata eseguita tramite una webcam Philips Toucam II Pro. Nel corso della prima prova ho notato che l’obiettivo era sottoposto a tensione meccanica, perché le immagini di diffrazione nelle posizioni lontane dal fuoco avevano una forma a “croce celtica”, con quattro “barre” squadrate che interrompevano l’anello esterno. A fuoco, si vedeva il disco di Airy rotondo, circondato da due anelli di diffrazione da cui si diramavano 4 spikes.
A questo punto ho interpellato il fabbricante ed avere ricevuto consigli molto precisi e dettagliati per eliminare la tensione, che era causata da una eccessiva pressione delle quattro coppie di viti incaricate di fissare l’obiettivo rispetto al tubo. Una volta allentate queste 8 viti di una frazione di giro, il problema è scomparso e lo star test, eseguito sempre sulla stella Regolo, è diventato normale, e, dopo avere lasciato all’obiettivo il tempo di raggiungere l’equilibrio termico con l’ambiente e dopo avere verificato che esso era ben collimato, ho potuto constatare immagini di diffrazione ben rotonde, regolari e prive di spikes.
In posizione extrafocale si notava un anello esterno giallino e netto, e all’interno anelli un po’ sfumati di un tenue colore magenta e con qualche traccia di errori zonali. In posizione introfocale l’immagine era più nitida, con un anello esterno blu-violetto circondato da un pochino di luce diffusa violetta, e all’interno vari anelli abbastanza nitidi, colorati di un leggero colore ciano (blu-verde). Il confronto tra le immagini di diffrazione nelle due posizioni extrafocale ed extrafocale ci ha mostrato la presenza di un certo residuo di sfero-cromatismo, che però si riflette soprattutto, quando il telescopio è a fuoco, nella presenza di un debole alone violetto molto spalmato attorno agli oggetti più brillanti di colore bianco. La correzione cromatica di questo obiettivo può essere definita quindi "quasi" apocromatica: infatti il fringing blu e violetto un po’ abbondanti farebbero più pesare i piatti della bilancia verso la categoria dei semi-apocromatici.
Test sul campo
Saturno
A poca distanza da Regolo si trovava, nel corso della primavera 2008, il pianeta Saturno. L’Orion 102ED Premium ha fornito a 204x e 267x (Hyperion Zoom impostato a 8mm + Barlow Coma 3x), un’immagine nitida, gradevole e piuttosto dettagliata del pianeta degli anelli. Il globo del pianeta appariva però un po’ “bruciato” (il che farebbe pensare ad una immagine un po’ troppo “gialla”) ma si vedevano bene una banda equatoriale sul globo, la divisione di Cassini sulle anse, e 3 satelliti, tutto questo in una notte di Luna piena. Lo strumento ha sopportato senza problemi, su Saturno, l’ingrandimento di 267x, non mostrando cali di nitidezza e fornendo un’immagine luminosa.
Luna
Ho osservato la Luna con l’Orion ED Premium durante la fase di Luna Piena. Il bordo lunare appariva colorato di giallo chiaro, le immagini erano nitide e dotate di un buon contrasto anche osservando le regioni illuminate a perpendicolo dal Sole. Osservando con attenzione il fondo del cratere Plato a forti ingrandimenti (>200x) ho potuto notare due vaghi accenni di macchie bianche (in corrispondenza dei due craterini più grandi) e il celebre “settore triangolare” più scuro. Nel complesso la resa di questo rifrattore sulla Luna si è dimostrata soddisfacente.
Stelle doppie
Le stelle binarie sono una categoria di oggetti per i quali i rifrattori sono giustamente considerati gli strumenti più adatti. Ho potuto osservare qualche stella doppia, scelta tra le più celebri del cielo primaverile, ottenendo da questo rifrattore immagini molto gradevoli di gamma Leo, di Castor (alfa Gem) ed Epsilon Boo, tutte perfettamente separate a 267x (e anche 314x, su Epsilon Bootis) da questo rifrattore, che nonostante la focale relativamente corta, se usato con buone lenti di Barlow o con oculari di focale molto corta, si dimostra pienamente soddisfacente.
Profondo cielo
Il test si è potuto tenere in una località suburbana, tutt’altro che ottimale a causa dell’inquinamento luminoso, per le osservazioni del cielo profondo. Pertanto sono riuscito ad osservare solo qualche ammasso stellare, in particolare i grandi globulari M3 ed M13. L’Orion 102ED Premium ha potuto mostrarci questi grandi oggetti solo parzialmente risolti nelle regioni periferiche a 204x. In una notte ventosa ho potuto osservare, ottenendo immagini poco contrastate a causa del cielo chiaro, anche alcune delle galassie più brillanti in Leo, Coma Berenices e Virgo.
Resa fotografica
Per usare una reflex digitale, con cui lo strumento fornisce (al fuoco diretto) un campo di qualche grado, sarebbe necessario uno spianatore di campo progettato per strumenti da 600-800 mm di focale. Il back focus è risultato abbondante e quindi si può usare anche un riduttore di focale non troppo spinto (fino a circa 0.65x) progettato per rifrattori apo. Le foto ottenute senza spianatore mostrano tuttavia una immagini stellari accettabili anche ai bordi del campo, tuttavia le stelle luminose appaiono tutte bordate di un alone bluastro.
Giudizio Finale
L’Orion 102ED Premium è da promuovere per la sua maneggevolezza, compattezza e per la resa ottica soddisfacente, perdonandogli volentieri l’incidente (facilmente risolto) delle tensioni nell’obiettivo riscontrate durante la prima prova e qualche incertezza nel movimento “a rientrare” del fuocheggiatore quando viene usato con accessori pesanti.. Il prezzo è molto aggressivo e testimonia la volontà della Orion US di attirare l’attenzione sul suo nuovo prodotto.
Caratteristiche tecniche
Produttore: OEM Cinese per conto di Orion US (USA)
Tipo: rifrattore apocromatico
Obiettivo: doppietto (spaziato in aria?) con un elemento ED in vetro FK061 accoppiato con un crown di tipo non dichiarato
Trattamento antiriflesso: multistrato su tutte le superfici aria-vetro.
Apertura: 102mm
Focale: 714mm (f/7)
Potere risolutivo teorico: 1.14 secondi d’arco
Magnitudine limite: 12.7
Fuocheggiatore: Crayford rotante con ghiera di blocco, tubo di messa a fuoco corsa 80mm, scala graduata, movimento macro-micro con riduzione 1:11, portaoculari 2” con fissaggio perimetrale (anello di ottone), riduttore 2”/31.8mm
Accessori di serie: 2 anelli diam. 114mm ID, Piastra a coda di rondine lungh. 200mm, raccordo riduttore per usare oculari diam. 31.8mm, basetta a coda di rondine per cercatore.
Lunghezza: 584mm (con paraluce collassato e fuocheggiatore tutto all’interno)
Peso: 3.65 Kg
Prezzo al pubblico, IVA compresa: 1029,00 euro.
Prestazioni
Aberrazione sfero-cromatica: presente, ma contenuta
Spettro secondario: visibile, violetto, ma contenuto
Astigmatismo: non visibile
Coma: non visibile
Errori zonali: modesto, al centro
Rugosità: assente |