Da qualche mese dispongo della prima versione, applicata ad una Losmandy G11 in postazione semi fissa (la montatura è fissa su colonna mentre il tubo ottico viene movimentato ogni sera) e la mia esperienza è stata sinora molto soddisfacente.
Il TDM è composto da due diversi componenti:
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L’unità di controllo, alimentata da un trasformatore 220/12 V
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Un encoder ad alta precisione da collegare all’asse di A.R. del telescopio mediante un apposito adattatore
Sono disponibili adattatori per numerose montature (non tutte!) il cui elenco è disponibile nel sito del costruttore (http://www.mda-telescoop.com/).
L’installazione dell’encoder sull’asse orario della mia montatura non è stata un’operazione facilissima, in quanto le istruzioni pubblicate nel sito per la Losmandy G11 non sono aggiornate con l’ultima versione dell’adattatore. Nulla di impossibile, con qualche prova (e soprattutto grazie alla preziosa esperienza di Plinio!) l’installazione ha avuto pieno successo.
Di fatto occorre inserire e rendere perfettamente solidale con l’asse di A.R. un cilindro di metallo di cui un’estremità deve essere introdotta nell’encoder: quest’ultimo misura la rotazione del cilindro e la trasmette all’unità di controllo che a sua volta la confronta con la velocità angolare prevista dalla velocità prescelta (siderale o “King rate”): quando viene evidenziata una differenza, l’unità da l’input al motore dell’A.R. di accelerare o ridurre la velocità di inseguimento.
Diciamo subito che a causa dell’encoder, di fatto non sarebbe più possibile utilizzare un cannocchiale polare, in quanto la sua sede risulta essere occupata dal cilindro metallico solidale all’asse di A.R.: poco male, dalla mia postazione la Polare non è visibile!
Dopo l’installazione dell’encoder (e della sua protezione esterna) è necessario collegare lo stesso con un cavo (a 15 pin) fornito di serie all’unità di controllo e quest’ultima alla montatura (con un altro cavetto fornito di serie, con jack del tipo RJ-12): per questo collegamento è necessario utilizzare la porta autoguida della montatura (nel mio caso la porta sull’unità di controllo Gemini). L’unità di controllo è alimentata a 12 V, che ottengo mediante un trasformatore collegato alla rete 220 V (non è presente alcun interruttore sull’unità di controllo, inserendo il cavo di alimentazione il TDM inizia subito ad operare). Non è necessario alcun altro apparecchio elettronico e neanche un PC.
E’ possibile effettuare delle regolazioni circa il funzionamento del TDM utilizzando 4 microinterruttori posti sull’unità di controllo: le scelte disponibili sono le seguenti:
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Velocità (siderale o velocità King media)
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La risoluzione angolare dei LED luminosi che si accendono sull’unità durante la fase di self test (vedi sotto)
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La frequenza della correzione (1 o 5 volte per secondo)
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L’isteresi tollerata dal TDM senza applicazione di correzioni (+/-1” o +/-0,5”)
All’accensione il TDM attiva una fase di Self-Test completamente automatica che verifica il corretto collegamento con la montatura: la procedura dura circa 3-5 secondi e se tutto ha funzionato correttamente i LED si spengono ed il TDM inizia immediatamente a svolgere il proprio lavoro.
I LED si accendono durante il normale funzionamento del TDM solo per segnalare l’effettuazione di una correzione. Come si può notare il funzionamento del TDM è veramente semplicissimo, senza necessità di interventi manuali o l’effettuazione di un processo di calibrazione.
Segnaliamo che TDM può operare con una velocità di correzione compresa tra 0,25x e 1x: il costruttore consiglia velocità comprese tra 0,25 e 0,50x.
Uno degli aspetti più curiosi legati al funzionamento del TDM è l’impossibilità di gestire tramite la normale pulsantiera di Gemini i movimenti fini (velocità 0,5x) in A.R.: TDM è in grado di correggere spostamenti sino a 4”, per cui quando si premono i pulsanti +/- AR TDM reagisce istantaneamente annullando ogni movimento.
Nessun problema per gli spostamenti effettuati tramite i comandi GOTO, quando la velocità è pari a 600x, oppure quando utilizzo la velocità 20x per i movimenti rapidi.
Questa caratteristica mi faceva temere che non sarebbe più stato possibile controllare da remoto la montatura con Maxim DL ed il driver Ascom Gemini come in precedenza. Durante una sessione osservativa può infatti essere necessario effettuare dei piccoli spostamenti per centrare perfettamente un oggetto, oppure utilizzare l’utilissima funzione di Maxim “point telescope here” che consente di centrare il telescopio su di punto qualsiasi di un’immagine CCD. Ebbene, qualsiasi movimento impostato tramite software da PC viene invece correttamente recepito dalla montatura senza alcuna interferenza del TDM!
Gli obiettivi che mi ripromettevo di conseguire con l’utilizzo del TDM erano, in relazione alla mia attività di astrometrista:
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aumentare il tempo da dedicare all’osservazione, eliminando i tempi necessari per la fase di calibrazione dell’autoguida e di ricerca della corretta stella di guida per ogni target
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migliorare la qualità dell’inseguimento in assenza di autoguida con l’ottenimento di stelle (ed asteroidi) assolutamente puntiformi al fine di migliorare la FWHM e quindi la qualità delle misure di posizione
Sulla base dell’esperienza di qualche mese posso dire che entrambi i risultati sono stati ottenuti in modo più che soddisfacente.
Si tenga conto che la mia strumentazione è costituita da un Celestron C11 al quale è applicata un SBIG ST8XME con riduttore Baader che porta la focale da 2.800 a circa 1.910 mm; durante le riprese utilizzo sempre il binning 2x2, con una risoluzione di 1,94”/pixel.
Prima dell’uso del TDM, in media su 10 pose da 60”, 1 almeno era leggermente mossa, una era discreta e le restanti 8 erano ben inseguite: ora invece 10 pose su 10 appaiono essere impeccabilmente inseguite.
Risultano ora possibili pose non guidate sino a 90” (sempre) e sino a 120” (per oggetti non troppo vicini all’equatore celeste) con stelle sempre ben puntiformi.
Il sistema appare limitato da due fattori:
Per oggetti più alti di 30-40°, il costruttore dichiara che è possibile effettuare riprese sino a 5-10 minuti con focali tra i 2 ed i 3 metri con stelle ben puntiformi, qualora l’allineamento polare sia perfetto.
Per quanto mi riguarda, dovendo spostare ogni sera il tubo ottico, l’allineamento polare, pur verificato accuratamente tramite le opzioni disponibili in Gemini ogni 6 mesi circa, non risulta di fatto mai perfetto: ciò non impedisce comunque il mantenimento di una buona capacità di puntamento ed un inseguimento che ora, grazie al TDM, appare veramente ottimo per pose sino a 90”. Spesso poi il tempo di posa non supera i 60” (e anche meno!), in quanto gli asteroidi (in particolare i NEO) e le comete si spostano velocemente e non è possibile incrementare i tempi pena vedere nell’immagine l’oggetto solo come una striscia e quindi perdere la possibilità di effettuare misure astrometriche.
Un migliore inseguimento consente di aumentare la quantità di luce che si accumula sugli stessi pixels del sensore CCD: ciò vuol dire una Fwhm sull’oggetto da misurare più contenuta ed un rapporto segnale/rumore migliore, con la possibilità di effettuare misure di posizione su oggetti di magnitudine più debole.
Giudizio Finale
Sono davvero soddisfatto dei risultati del TDM: l’investimento, pur non contenuto (il dispositivo costa più di 1.000 euro), ha contribuito a migliorare in modo evidente le prestazioni della mia strumentazione.
Da consigliare soprattutto a tutti coloro che hanno a disposizione una postazione di osservazione fissa (o semi-fissa) con un buon puntamento polare e che desiderano avere immagini stellari ben puntiformi con riprese di media durata pur senza utilizzare un dispositivo di autoguida.
Gianni Galli
GiaGa Obs. MPC 203
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