L'innesto, ovvero
l'interfaccia telescopio-torretta, ha un diametro di 2 pollici (50.8mm);
al suo interno ha, come nella tradizione di tutti gli accessori Baader,
due attacchi filettati: una filettatura interna 48mm che accetta i filtri
dello stesso diametro, e una filettatura T-2 (42mm passo 0.75mm) femmina,
che permette di adattare la torretta ai raccordi fotografici T-2 e che
può anche essere adattata ai barilotti T-2/31.8, che consentono
l'uso della torretta con telescopi dotati di portaoculari diametro 31.8mm.
Il barilotto 2" standard ruota, all'occorrenza, con un movimento frizionato
e quindi l'utente non deve sbloccare le viti di fermo del portaoculari
per modificare l'orientazione degli oculari. Il diametro del foro d'ingresso
del fascio ottico è di 20mm.
La prova pratica è stata effettuata nell'arco di circa due mesi,
su soggetti di tutti i tipi e utilizzando sia rifrattori che catadiottrici.
Ho avuto a disposizione una sola coppia di oculari, due Ortoscopici Unitron
da 25mm di focale; ho però potuto ugualmente osservare alcuni soggetti
ad ingrandimento elevato dopo avere avvitato sull'innesto della torretta
la Super-Barlow Baader FFC, che ha aumentato la focale del telescopio di
un fattore 3x o 4x, dipendente dalla distanza tra la lente e gli oculari;
non ho quasi mai esagerato, arrivando però, in una notte di seeing
particolarmente stabile, a circa 600x su Giove e su Saturno, utilizzando
il Celestron 11.
Ho anche eseguito delle prove di osservazione del cielo
profondo sia con la torretta usata da sola, che con il riduttore di focale
Baader Alan Gee II, che permette di allargare il campo visivo e diminuire
gli ingrandimenti utilizzati.
L'aspetto probabilmente più difficile dell'uso di una torretta
binoculare, specie se usata per la prima volta, consiste nella iniziale
difficoltà a regolare la distanza tra i due oculari ovvero a far
coincidere le immagini che giungono ai due occhi. La mia lunga esperienza
di osservatore mi ha però permesso di riuscire quasi subito nell'intento,
facilitato dal fatto che la torretta era perfettamente collimata e che
le immagini fornite dal telescopio erano nitide e luminose.
Avendo effettuato
il test durante i primi mesi del 2002, ho usato il telescopio soprattutto
per osservare Saturno e Giove, due soggetti grandi e brillanti che osservo
da quasi 30 anni. Non sono mancate occasioni in cui ho osservato la Luna,
il Sole e anche alcuni oggetti del cielo profondo.
La prima volta che ho osservato Saturno con la torretta Baader a 60
gradi usato sul mio C11, ho avuto la fortuna di incappare in una notte
di seeing molto stabile e allo stesso tempo di cielo trasparente. Il pianeta
si trovava vicino allo zenit, in condizioni quasi ideali per la sua osservazioni
in alta risoluzione. La visione è stata entusiasmante. La naturale
bellezza del pianeta degli anelli è stata esaltata dall'illusione
di tridimensionalità che viene fornita dalla torretta binoculare.
Il pianeta, nitidissimo, ricco di dettagli (sembrava un'astronave sospesa
nello spazio) e circondato da uno stuolo di 5 satelliti, mostrava alla
prima occhiata dettagli non ovvii come il minimo di Encke sull'anello A,
l'anello C ben visibile nelle anse e sul disco, e svariate bande atmosferiche
sul disco.
Puntato il telescopio su Giove, un pianeta che sopporta meno bene gli
ingrandimenti di Saturno a causa del suo aspetto più sfumato e dai
bordi meno netti, ha richiesto una regolazione più accurata della
distanza interpupillare e della messa a fuoco, e soprattutto ha richiesto
una maggiore concentrazione per cogliere tutti i dettagli - una miriade
- che lo strumento mostrava.
Dopo avere realizzato che probabilmente
il buon seeing avrebbe permesso di aumentare gli ingrandimenti, ho provato
ad avvitare la Super Barlow Baader FFC alla torretta, ottenendo circa 450
ingrandimenti (!!) Se mi avessero chiesto di scommettere, prima di iniziare
l'osservazione - sulla qualità del risultato, onestamente non mi
sarei aspettato una immagine così bella come quella che ho effettivamente
ottenuto: infatti l'immagine che mi si è presentata all'oculare
mi ha mostrato in modo inequivocabile gli stessi dettagli che avevo catturato,
pochi minuti prima, con la webcam. Considerando la maggiore capacità
analitica propria di un sensore CCD, la resa visuale offerta dal C11 e
dalla torretta binoculare Baader è stata a dir poco eccezionale.
Ho anche voluto fare un confronto di prestazioni tra l'immagine fornita
dal sistema binoculare e quella fornita da un classico sistema monoculare.
Ho quindi tolto la torretta binoculare, sostituendola subito dopo con il
diagonale da 2 pollici Baader MaxBright con l'oculare Pentax XL 7mm (circa
400x). L'immagine, pur nitida, mostrava meno dettagli; in particolare era
difficile distinguere i piccoli ovali nella SSTB (banda temperata sud-sud)
e i ricciolini atmosferici che seguivano la macchia rossa, tutti dettagli
perfettamente visibili con la torretta binoculare.
Ho provato a verificare la qualità ottica dei prismi installati
nella torretta Baader su stelle singole (per confrontare lo star test restituito
dal telescopio senza torretta con quello ottenuto con la torretta) ed anche
su stelle doppie come Rigel e Pulcherrima. Ho potuto constatare che la
torretta non altera l'aspetto delle immagini di diffrazione (segno di ottima
qualità dei prismi impiegati) né altera la collimazione del
telescopio. Le doppie sono state separate senza alcun problema.
L'unico
problema evidenziato dalla torretta, quando l'ho usata con i soli oculari
(senza Barlow) è stato un'immagine fantasma, ben visibile quando
erano inquadrati oggetti molto luminosi, presente in alto, a circa 4-5
primi di distanza dall'oggetto, e che era una versione sfuocata (e quindi
più debole) dell'oggetto brillante. Questa immagine fantasma, che
è comune in tutte le torrette binoculari, anche nelle più
blasonate come la Zeiss, è il risultato di una riflessione totale
tra il beam splitter (il prisma che divide in due il fascio ottico che
giunge dal telescopio) e la superficie esterna del prisma, che è
inclinata di 45 gradi.
Questa riflessione è la stessa in entrambi
i percorsi ottici. A detta del costruttore (Thomas Baader), non c'è
modo di evitarla, salvo inserire dei diaframmi molto stretti all'interno
del corpo del binoculare; questo sistema viene impiegato comunemente nelle
torrette binoculari usate nei microscopi ottici. Ma le torrette binoculari
progettate per i microscopi funzionano al contrario, in quanto il fascio
luminoso parte molto stretto (essendo generato da un piccolo obiettivo)
e si allarga mano a mano che giunge agli oculari; nelle torrette per telescopi
la situazione è completamente invertita.
La torretta Baader viene
prodotta senza diaframmature interne per evitare pesanti effetti di vignettatura,
che risulterebbero evidenti nell'uso con un telescopio, e quindi bisogna
accettare come fisiologica la presenza di una debole immagine fantasma
per mantenere inalterata la piena risoluzione del telescopio.
Tornando all'immagine fantasma osservata durante il test, ho notato
che aumentando gli ingrandimenti essa non era più visibile, non
perché fosse sparita, ma perché all'aumentare degli ingrandimenti
diminuisce il campo visivo e quindi l'immagine fantasma si viene a trovare
fuori dal campo degli oculari.
Come ho già accennato, ho anche provato ad applicare alla torretta
anche il riduttore di focale Baader Alan Gee II. Con questo riduttore accoppiato
alla torretta e agli oculari Ortoscopici da 25mm si ottiene, con il C11,
un campo di circa 40 primi, con cui ho inquadrato (e ci stavano ben larghe)
nello stesso campo le due galassie M65 ed M66, i cui centri distano tra
loro oltre 20 primi. Va detto che l'uso del riduttore di focale provoca
un po' di vignettatura negli oculari 25mm, un effetto tutto sommato provedibile.
Ho poi osservato M51, M3, M106, M109, M35 e la Esquimo Nebula, confrontando
le immagini fornite dal sistema binoculare con quelle fornite dallo stesso
telescopio utilizzato in configurazione monoculare con il diagonale MaxBright
e con l'oculare Vixen LVW 22mm (Lantanio Grandangolare). In questo caso
il sistema monoculare ha dimostrato la sua chiara superiorità rispetto
al binoculare, in quanto le galassie apparivano più luminose. Tuttavia
le immagini osservate nel binoculare non hanno sfigurato, specie quando
i soggetti erano oggetti di tipo stellare (ammassi aperti e globulari).
Non mi sono (ancora) preso la briga di stimare la perdita di luminosità
- in magnitudini - che viene provocata dall'uso del binoculare, ma sono
convinto che la perdita non supera pochi decimi di magnitudine.
In conclusione, una torretta binoculare di qualità come la Baader
è, sui pianeti (ma anche sul Sole e sulla Luna, che ho osservato
con magnifici risultati, ma che ho omesso per brevità) un
accessorio che aumenta in modo determinante le prestazioni del telescopio
e che, una volta provato nelle giuste condizioni, diventa irrinunciabile
per qualsiasi osservatore visuale. Sugli altri soggetti è sfruttabile
con soddisfazione, anche se mostra qualche limitazione, in particolare
quando si osservano gli oggetti più deboli del cielo profondo. |